La tesi che data il campanile: ha circa 800 anni
di LINO CATTABIANCHI
Le prove da una neo-dottoressa che ha "radiografato" quello di Santa Maria Maggiore e Bussolengo
di LINO CATTABIANCHI
Chiara Falconi, giovane studiosa di Bussolengo, si è laureata in Beni culturali all’Università di Verona, discutendo col prof. Fabio Coden una tesi dedicata al “Campanile medievale di Santa Maria Maggiore”.
«La ricerca e l’approfondimento di questa fabbrica – spiega la neo-dottoressa – nascono da interessi e da curiosità personali volte a riscoprire ed a rivalorizzare la storia del mio paese: Bussolengo. Inoltre, dalla volontà di mettere in risalto come il campanile e il suono delle sue campane sia il fil rouge che lega saldamente il presente e il passato e avvicina le persone che hanno vissuto gli stessi luoghi, ma in periodi storici differenti. L’obiettivo principale del mio studio è quello di proporre una lettura critica su questa torre campanaria, formulando una proposta di datazione». L’ipotesi è frutto di uno studio particolareggiato e di una valutazione degli alzati e degli elementi che li caratterizzano, posti in relazione anche con altre architetture, e dall’analisi di alcune immagini che lo riguardano in modo diretto.
Il campanile di Santa Maria Maggiore, un punto di riferimento nello skyline del paese, nasconde dettagli che non sono percepibili ad un primo, complessivo sguardo dell’opera. «Mi sto riferendo – precisa Falconi – in particolare al lato nascosto, inglobato nel corpo di fabbrica della chiesa, visibile sul soppalco posto al di sopra della sagrestia, che presenta, come nel lato orientale, quello rivolto verso piazza XXVI Aprile, testine zoomorfe e antropomorfe poste a sostegno di alcuni archetti e in corrispondenza del capitello centrale. Oltre a queste figure è stato possibile evidenziare la presenza di un fiore a sei petali, nel lato meridionale nascosto, e uno stemma araldico datato al 1547 sul lato orientale, verso la piazza. La ricerca, oltre ad avermi dato la possibilità di scoprire questi particolari, ha come obiettivo la collocazione del monumento lungo la linea del tempo».
In assenza di documentazione contemporanea negli archivi, la ricercatrice ha analizzato informazioni che riguardano il campanile in modo diretto, come ad esempio un affresco conservato nella chiesa di San Rocco a Bussolengo e un ex voto datato al 1711 che riporta una veduta di Bussolengo e dove è possibile notare il campanile di Santa Maria Maggiore così come doveva presentarsi prima della soprelevazione ottocentesca, della quale si conserva il progetto di Giuseppe Rossignati.
Per la datazione è stato necessario procedere per confronti. «In primo luogo – continua Falconi – vicino alla parte del campanile nascosta è stato possibile rilevare la presenza di una porzione di parete della chiesa di Santa Maria Maggiore che si ipotizza essere collocabile tra il XII e il XIII secolo; pertanto si è ritenuto che il campanile potesse essere stato pensato in linea con il piano decorativo di questa. Fondamentali sono stati i confronti con altri campanili del territorio veronese. Tra tutti quelli che ho proposto, riprendo solamente quello di San Zeno (XII secolo) e quello di Santa Anastasia (XV secolo) a Verona, in quanto ritengo che siano i più rilevanti per mostrare come il paramento murario della torre campanaria di Santa Maria Maggiore si ponga tra i due esempi citati». Tuttavia, un punto di svolta per la datazione del monumento è rappresentato dalle testine poste come peducci a sostegno delle arcate emergenti dell’ambulacro meridionale del chiostro di San Zeno a Verona. Il confronto tra i due edifici risulta determinante per la datazione, riconducibile con tutta probabilità tra la fine del XIII e il principio del XIV secolo. Per coloro che fossero interessati, la tesi è consultabile liberamente e integralmente nella biblioteca comunale “Luigi Motta”, in piazzale Vittorio Veneto, a Bussolengo.
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