Sant’Ambrogio di Valpolicella. Festeggiati insieme i patroni del marmo e i caduti
Domenica scorsa, 8 novembre, la comunità di Sant’Ambrogio di Valpolicella ha celebrato con il Vescovo la festività solenne dei Santi Coronati, patroni degli scalpellini, dei cavatori e degli operatori delle arti murarie, insieme alla commemorazione dei Caduti di tutte le guerre
L’appuntamento liturgico dedicato ai santi Semproniano, Claudio, Nicostrato, Castore e Simplicio, ha visto raccolti nell’ex capannone fieristico imprenditori, lavoratori e associazioni del settore lapideo, insieme ai rappresentanti della Scuola d’Arte e della Scuola professionale del marmo, delle associazioni d’arma e di volontariato, e alle autorità istituzionali, con il sindaco Roberto Zorzi e i primi cittadini dei comuni vicini, e il comandante della stazione carabinieri Piero Calabrò.
«L’epidemia ci obbliga ad uscire dal nostro individualismo e ci fa accorgere che gli altri esistono», ha sottolineato nell’omelia Mons. Giuseppe Zenti. «Nei prossimi mesi dovremo affrontare la disoccupazione, e una fede autentica ci fa dire che nessuno dovrà restare nella disperazione. Invito così le autorità e i sacerdoti a prendersi cura di queste situazioni. Così come fanno gli scalpellini di fronte alla pietra, che è dura ma si può scolpire fino a farne un’opera d’arte, una società civile e cristiana può e deve produrre dalle difficoltà qualcosa di grandioso, rendendoci più saggi. Solo con la fede e la solidarietà potremo dire “ce l’abbiamo fatta”».
«Se siamo qui in questo capannone lo dobbiamo ai marmisti che hanno creato la fiera», ha detto il sindaco Zorzi. «Dopo l’epidemia dovremo far ripartire la nostra economia con il lavoro e per crearlo servono gli imprenditori. Alla nostra comunità occorrerà una poi grande unione e la collaborazione solidale tra istituzioni, parrocchie, mondo del lavoro e associazioni: lavorando insieme, ne verremo fuori».
«In questa occasione di festa un pensiero particolare va alle attività e alle famiglie ambrosiane, dove le difficoltà sono davvero molte, soprattutto per quanto riguarda la casa», ha evidenziato il parroco di Sant’Ambrogio, don Alessandro Turrina. «Speriamo così che la condivisione possa risolvere queste emergenze, che si fanno serie: insomma, richiamando quanto ha detto il Vescovo, “chi ha, a metta a disposizione”».
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