L'arrivo di don Bacco: prete col sorriso e le maniere gentili
di MARTA BICEGO
In Lessinia, l'ingresso nelle parrocchie di Roverè e San Vitale
di MARTA BICEGO
Un innesto giovane su una pianta già grande, che ha esteso i suoi rami in territori lontani e che regalerà buoni frutti. Così il vicario foraneo, don Remigio Menegatti, ha racchiuso in un’immagine l’arrivo nelle parrocchie di Roverè e di San Vitale di don Gianluca Bacco.
Fili di bandierine colorate, appese in segno di festa, addobbavano sabato il paese di Roverè, indirizzando lo sguardo all’entrata della chiesa di San Nicolò, sulle cui gradinate è stato accolto il nuovo pastore arrivato in Lessinia dopo essere stato parroco di Quaderni e Rosegaferro dal 2016 e dall’anno successivo della Madonna del Popolo in Villafranca e di Villafranca. Un sacerdote, ha sottolineato ancora il vicario foraneo nel tratteggiarne la figura, nato a Zevio e cresciuto a Belfiore, terra ricca di vocazioni; abituato a muoversi tra le parrocchie di montagna, ad indicare una certa continuità in questo passaggio. Proprio quando era stato assegnato all’unità pastorale delle Vestene, ha conosciuto il suo predecessore, don Matteo Zandonà, che ha ringraziato e con il quale conserva un legame di amicizia. E di cui da adesso in avanti dovrà proseguire il servizio.
Alle porte della chiesa che si erge sulla piazza, il saluto, davanti ai rappresentanti delle associazioni di volontariato e delle autorità civili, tra le quali il sindaco Stefano Marcolini. Nella processione lungo la navata, il cinquantatreenne don è stato accompagnato all’altare per la vestizione e il successivo rito dai chierichetti, dai rappresentanti delle parrocchie dell’unità pastorale Lessinia-Valsquaranto (don Orfeo Massalongo e don Giuseppe Brunetto) con don Menegatti e don Dario Adami, compagno di ordinazione e oggi parroco di Badia Calavena.
Dopo la lettura del decreto di nomina, don Bacco ha rinnovato le promesse sacerdotali che aveva pronunciato il giorno della sua ordinazione, allora trentunenne; una firma che ha suggellato l’inizio della sua missione. Con il dono del tempo, sottolineato da un parrocchiano, oltre che membro della consulta, nel messaggio di benvenuto letto al termine della celebrazione eucaristica: «Un tempo concesso in abbondanza per conoscerci, per attendere, per imparare a rispettarci e a riconoscerci». Anche nelle difficoltà che magari potranno subentrare, perché saranno da considerare la parte di un cammino da intraprendere insieme. Era una preghiera a Dio e, allo stesso tempo, un auspicio che ha trovato eco nei doni consegnati all’offertorio durante la celebrazione della Messa: il pane e l’uva che simboleggiano il valore della terra e del lavoro; un mazzo di chiavi in segno di accoglienza; una veste da chierichetto con la speranza che le giovani generazioni continuino ad essere partecipi della vita della comunità; infine un bastone a sostegno nel percorso da affrontare.
«È la prima volta che mi capita di succedere ad un sacerdote che conosco, anche nei suoi carismi», ha precisato don Bacco tra i ringraziamenti finali, dichiarandosi felice per l’avvicendamento avvenuto in amicizia. «Avremo tempo per conoscerci», ha replicato il neo-pastore ai fedeli presenti, con il tono di voce fievole che lo caratterizza ed esortando i parrocchiani a non temere di chiedere di ripetere le sue parole quando non le comprenderanno subito. Maniere gentili, sorriso che esprime una grande serenità d’animo: danno una prima indicazione di quello che sarà il suo servizio, di quale pastorale proporrà nelle comunità che adesso sono diventate la sua famiglia.
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