Gesù nasce al freddo e al gelo sulla cima del Corno d’Aquilio
Nonostante la pandemia, sono tanti i presepi visitabili nel territorio diocesano. Alcuni molto particolari, come questo...
Il Covid-19 non ha impedito l’installazione della suggestiva Natività sulla cima Corno d’Aquilio, a Sant’Anna d’Alfaedo, per il quinto anno consecutivo.
Una decina di volonterosi l’hanno trasportata a spalle il 15 novembre scorso, smontata in nove pezzi, il più pesante dei quali da 40 chilogrammi. Una fatica ripagata però dalla voglia di portare un segno di speranza in quest’anno buio. L’artefice dell’opera è un fabbro di Fane ed ex alpinista, Luca Biasi, che l’ha realizzata e donata alla comunità. «Ho sempre coltivato il sogno di costruire un presepe sulla sommità di una montagna e il Corno d’Aquilio si presta molto bene allo scopo, perché è raggiungibile da tutti, famiglie incluse: da lassù si può ammirare un paesaggio spettacolare», spiega.
Basta avere dei buoni scarponcini ai piedi e fare una passeggiata della durata di un’ora e un quarto, dopo aver lasciato l’auto in località Tommasi.
Ora il percorso è imbiancato dalla neve, ma il presepe resterà sul Corno fino alla fine di gennaio. Non si farà, a causa del Covid-19, la bella fiaccolata organizzata solitamente dalla parrocchia di Fosse. «Tuttavia l’allestimento è ormai una tradizione: posso dire che non è più la “mia” Natività, ma quella di Sant’Anna, perché la posa è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale, dalla Pro loco e dall’Unione sportiva Sant’Anna, che l’hanno adottata», precisa Biasi. Pure i ragazzi della scuola secondaria locale ci hanno messo dell’impegno, colorando le sagome in ferro; una volta composte misurano tre metri di altezza per cinque di larghezza. Una Sacra Famiglia che svetta per originalità.
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