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Viaggio tra i libri

Alla Biblioteca Capitolare un percorso espositivo tra pellegrinaggi, memorie e carte geografiche

Parole chiave: Biblioteca (22), Verona (228), Capitolare (2)
Viaggio tra i libri

L’uomo, questo eterno viaggiatore. Nomade, pellegrino, conquistatore o esploratore che sia, l’indole del “migrante” gli appartiene fin dalla notte dei tempi. E Dio solo sa quanto, negli ultimi mesi, questa ancestrale tensione verso mete altre – in parte castrata dall’emergenza pandemica – gli sia (ci sia) mancata.
Di qui la proposta della Biblioteca Capitolare: viaggiare con la fantasia. Attraverso le “Storie di viaggi” reperibili nel suo ricco patrimonio librario. Carte geografiche, itinerari, diari di bordo, testimoni di un’esperienza umana che non conosce confini.
L’esposizione, visitabile fino a lunedì 16 novembre, si snoda in quattro filoni: pellegrinaggio, memorie di viaggio, cartografia, libri viaggianti.
Una dimensione, quella del pellegrino e del viaggio come forma di preghiera, diffusa in tutte le grandi religioni monoteiste. Pellegrinaggio per eccellenza, però, è per tutti quello verso Gerusalemme (documentato già nell’Antico e nel Nuovo Testamento), il quale plasmerà tutta la cultura e la storia dell’Europa. A riaprire la rotta verso il Santo Sepolcro, è – dopo l’editto di Costantino del 313 – proprio la madre dell’imperatore romano, la futura sant’Elena, che si reca in Terra Santa personalmente, per riscoprire i luoghi del Vangelo.
«L’asprezza del tragitto, che esponeva i viandanti a fatiche fisiche e sacrifici economici, ma anche a diversi pericoli, induceva la maggior parte dei pellegrini a lasciare testamento», racconta la guida Valeria Nicolis. Mentre altri preferivano appuntare memorie che potessero essere d’aiuto anche ai successivi viaggiatori. «Venne così a crearsi un vero e proprio genere letterario, detto Itinerarium». Uno dei più antichi esemplari, l’Itinerarium Burdigalense, è custodito nell’antico scriptorium veronese – che ne conserva una delle più antiche copie manoscritte – e racconta il viaggio di un anonimo pellegrino francese partito alla volta di Gerusalemme nell’anno 333, con un gruppo di compagni, da Burdigalia (Bordeaux), per farvi ritorno esattamente un anno dopo. Non prima di essere passato dalla via Postumia, e quindi anche per la nostra Verona.
Altro minuzioso resoconto è quello di frate Noè Bianco, che secoli più tardi raggiunse la Terra Santa imbarcandosi a Venezia. Una cronaca “in diretta”, con tanto di descrizione dei monumenti e delle liturgie celebrate nei vari luoghi visitati, che destò interesse in molti stampatori. Al 1770 risale una particolare stampa, corredata di ben 150 xilografie con vedute di città, castelli, persino il tempio di Salomone, e pensata sia come guida pratica che come testo di edificazione spirituale.
Quando, con le nuove devozioni popolari fiorite nel corso del Medioevo, nascono anche nuove rotte di pellegrinaggio, i pellegrini assumono diverse denominazioni. Così, quanti si muovevano verso Oriente venivano detti palmieri (in quanto, solitamente, facevano ritorno con la palma di Gerico); quelli che si dirigevano a Roma, per onorare le spoglie di san Pietro e san Paolo, romei; quelli in marcia verso Santiago de Compostela, peregrini. E a raccontarcelo è niente meno che il Sommo Poeta, in un capitolo della Vita Nova.
Memorie di viaggio vere e proprie sono invece le “meravigliose cose del mondo” descritte ne Il Milione da Marco Polo, dove il mercante veneziano narra a Rustichello da Pisa la celebre impresa compiuta sulla via della seta. Un viaggio lunghissimo che nel 1271 lo condusse in Cina con tutta la famiglia. Un’opera leggibile «sia come racconto di avventura, che come compendio di economia (tante sono le informazioni sulle attività e usanze locali) o manuale di geografia. Non è un caso che l’esploratore Cristoforo Colombo ne avesse una copia nella sua biblioteca», svela Nicolis. La stessa proposta in questo straordinario tour.
Un viaggio che fa tappa anche nell’immensa eredità del cardinale Francesco Bianchini, uomo di profonda cultura e rigore scientifico, il quale oltre a un globo terrestre firmato da un insigne matematico e 96 manoscritti, ci lascia incisioni e disegni dettagliatissimi di alcune aree del Paese.
Chicche dell’esposizione, poi, sono sia i libri viaggianti in formato tascabile diffusi attorno al 1600 – gioiellini unici che ci dicono di una grande predilezione per i classici –, sia quelli così ribattezzati in quanto sottoposti a molteplici andirivieni. Come il pregiatissimo libro miniato con oro puro, contenente una Seconda guerra punica di Tito Livio, il quale, durante la sua esistenza, viaggiò da Firenze a Budapest (destinazione: una della più grandi biblioteche d’Europa), per poi finire in mano ai conquistatori turchi, quindi a Costantinopoli. Da qui arriva a Verona tramite l’acquisto di un mercante veneziano, ma nel 1797 viene trafugato da Napoleone. Per poi fare ritorno alla Capitolare grazie alla restituzione della Biblioteca nazionale di Parigi. Orario delle visite: sabato e domenica ore 11, 14 e 16. Lunedì e giovedì: ore 11. 

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