Premio Masi: gli alfieri della Civiltà veneta
I riconoscimenti verranno assegnati a Luxardo, Citran e Pagnoncelli il 28 settembre a Verona
Cinque interpreti di una forte identità culturale e delle virtù fondanti di una civiltà che guarda al futuro: sono stati svelati nei giorni scorsi i vincitori della 38ª edizione del Premio Masi, collettore delle eccellenze del nostro Paese e non solo.
I tre riconoscimenti del Premio Civiltà Veneta vanno al padovano Roberto Citran, “attore di grande versatilità conosciuto in Italia e all’estero per la sua ricca carriera cinematografica”, come da motivazioni della giuria del premio; a Piero Luxardo, anche lui padovano, “rara figura di imprenditore e intellettuale”, presidente dell’omonima azienda veneta storica produttrice di distillati di tradizione e docente di letteratura all’Ateneo patavino; e al bergamasco Nando Pagnoncelli, “sondaggista tra i più autorevoli e influenti, un vero rabdomante del sociale che usa gli strumenti della scienza”.
Il Premio internazionale Civiltà del Vino è stato assegnato alla coreana Jeannie Cho Lee, prima asiatica a conseguire l’ambito titolo di Master of Wine, tra i più influenti critici, giornalisti e consulenti del vino a livello internazionale, che “attraverso la sua attività ha costituito un ponte culturale tra Oriente e Occidente, educando all’apprezzamento del vino, al suo consumo moderato, e al suo incontro con le tradizioni e il tessuto sociale dei mercati asiatici, nuova frontiera del nostro prodotto più emblematico”. Il Premio internazionale Grosso d’Oro Veneziano è attribuito ad Alain Finkielkraut, uno dei massimi filosofi e intellettuali francesi contemporanei, che “per il suo impegno e le sue opere è riconosciuto simbolo di libertà di espressione e di civile convivenza”.
Isabella Bossi Fedrigotti, presidente di Fondazione Masi, ha affermato: «Anche nella sua 38ª edizione il Premio Masi s’ispira al binomio che ormai da quattro decenni traccia una linea di continuità nell’attribuzione dei riconoscimenti: salde radici nel patrimonio di valori e di cultura delle Venezie e sguardo verso l’orizzonte, per individuare nuovi percorsi e mete». E continua: «Se i vincitori del premio Civiltà Veneta nel 2019 richiamano l’estensione geografica della civilizzazione della Serenissima, dalle coste dalmate alla marca orobica, il premio Civiltà del Vino, con la scelta della coreana Jeannie Cho Lee, si allinea invece all’attenzione che la terra di Marco Polo da sempre coltiva verso l'Oriente. Ci riporta, infine, alla storica presenza ebraica in Laguna, il Grosso d’Oro ad Alain Finkielkraut, l’autorevole pensatore francese impegnato in una battaglia civile contro le risorgenti pulsioni di antisemitismo nell’Europa di oggi».
L’attribuzione dei premi avviene quest’anno in coincidenza con due eventi di particolare importanza per il territorio e l’imprenditoria delle Venezie: l’assegnazione delle Olimpiadi invernali del 2026 al tandem Milano-Cortina e il riconoscimento delle colline del Prosecco Superiore Docg come Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco.
La premiazione si terrà sabato 28 settembre a Verona presso il Teatro Filarmonico e sarà preceduta, come da consuetudine, dalla cerimonia privata presso le Cantine Masi a Gargagnago, in Valpolicella, dove i cinque vincitori apporranno la loro firma sulla storica botte di Amarone, emblema del Premio.
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