La vita semplice di santa Maria Domenica diventa un film
di FRANCESCA SAGLIMBENI
Realizzato da Mauro Vittorio Quattrina, sarà disponibile in autunno
di FRANCESCA SAGLIMBENI
«Semplice». Semplice come Maria, la Madre di Dio, che – promessa in sposa giovanissima –rivoluzionò la storia del mondo con un “semplice” sì. E Semplice come un’altra giovane donna, che con altrettanta fiducia arrivò a fare cose grandi con gesti piccoli. Un’altra Maria, anche lei “madre”, ma di una famiglia chiamata Piccole Suore della Sacra Famiglia.
È questo il segno particolare della figura muliebre che dal prossimo autunno vedremo nel primo docufilm dedicato a Maria Domenica Mantovani (1862-1934), scritto e diretto dal regista scaligero Mauro Vittorio Quattrina, in virtù dell’incarico conferitogli dal Comune di Brenzone per il 160° anniversario della nascita della Santa, canonizzata da papa Francesco il 15 maggio scorso in piazza San Pietro, a Roma.
Il titolo del progetto, sostenuto da Fondazione Cattolica Assicurazioni, «non poteva che rispecchiare l’essenza di questa semplicissima eppure straordinaria donna», commenta Quattrina, che è anche l’autore delle musiche, «perché in fondo è proprio la sua estrema umiltà a raccontarla, e a colpire, oggi come ieri, tutti noi».
La pellicola, della durata di poco più di un’ora, è scandita da dieci scene di fiction affidate a due attrici amatoriali interpreti, l’una, della Santa quando ancora era adolescente (e fece voto di castità) e l’altra, della medesima in età adulta. A loro volta alternate a testimonianze dal vivo, riprese dei luoghi in cui Maria Domenica visse e agì, immagini di repertorio, ma anche alcuni passaggi della recente canonizzazione in Vaticano.
Precisa il regista: «L’idea di fondo è ripercorrerne la vicenda come da lei stessa indirettamente tramandataci, ad esempio attraverso i carteggi con le consorelle, facendoci guidare da una voce fuori campo femminile», tra cui episodicamente si inseriscono appunto i dialoghi dei personaggi – compreso il beato Giuseppe Nascimbeni, fondatore delle Piccole Suore della Sacra Famiglia –, ambientati tutti a Castelletto di Brenzone. Luogo capace, in un solo colpo d’occhio, «di infondere la stessa pace e serenità trasmesse in vita (e non solo) dalla Santa».
Un paesaggio pregno della stessa spiritualità che all’epoca pulsava nelle opere di carità verso orfani, poveri e reietti, compiute dalla religiosa, oggi portato avanti dalle comunità delle Piccole Suore presenti, oltre che nel Veronese, in Albania, Angola, Argentina, Brasile, Paraguay, Togo, Uruguay e Svizzera. Primogenita di quattro fratelli, Maria Domenica abbandonò gli studi precocemente, ma ciò non compromise né la sua intelligenza né la forza di volontà e il grande senso pratico. «Deceduto mons. Nascimbeni, ampliò gli edifici destinati all’accoglienza e assistenza degli ultimi», ricorda il regista, che nel ricostruirne le azioni più semplici, deduce che «evidentemente le piaceva molto scrivere, stando alla fitta corrispondenza intrattenuta con diversi destinatari.
Persino i suoi testi presentano una forma semplice. Maria Domenica stende lettere lunghissime, ma accessibili a tutti, spesso corredate di significativi aforismi (“Fondamento della santità è l’umiltà. Vuoi farti grande? Sii prima piccola”; “La dolcezza non è che l’espressione della carità”)». Tutto quel che dice è pervaso di incredibile profondità. «Nonostante avesse dovuto abbandonare gli studi precocemente, credo leggesse e pensasse molto. Un indizio sta nel fatto che, in queste sue scritture, era solita tornare spesso sugli stessi argomenti».
Nella pellicola, ancora in fase di realizzazione, vedremo inoltre le testimonianze chiave di Lara Pascal e di Maria Candela Calabrese Salgado, entrambe argentine di Bahia Blanca, miracolate per intercessione di madre Mantovani, da cui sono rispettivamente derivate la beatificazione e la canonizzazione della suora veronese. La prima cadde dal letto ancora piccolissima ed entrò in coma per un severo trauma cranico. Poco dopo, una religiosa delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, infermiera dell’ospedale, ricorse all’intercessione della confondatrice, toccando con una sua reliquia il capo della sventurata, che all’istante si svegliò, e i suoi parametri vitali tornarono normali.
Invece Calabrese Salgado, nata con mielomeningocele e paraplegica, costretta quindi su una sedia a rotelle, all’età di undici anni venne ricoverata d’urgenza per complicazioni agli arti inferiori che le avrebbero comportato l’amputazione delle gambe. Sua madre ricevette dalla mamma di Lara Pascal, la prima miracolata, il cui fratello era compagno di scuola di Maria Candela, una reliquia della beata che, posta sotto il cuscino della ragazzina, provocò un netto miglioramento del quadro clinico sin dal giorno successivo e dopo pochi giorni venne dimessa dall’ospedale guarita.
Il documentario sarà distribuito a tutte le comunità delle Piccole Suore della Sacra Famiglia nel mondo e reso fruibile gratuitamente a tutti.
Nella foto sopra: Madre Simona Pigozzi, superiora generale delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, e Mauro Vittorio Quattrina durante le riprese
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