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La bancarella di libri che dal 1947 resiste nel cuore della città

di ADRIANA VALLISARI

Una tradizione di famiglia da tre generazioni, portata avanti da Daniele Martignoni

La bancarella di libri che dal 1947 resiste nel cuore della città

di ADRIANA VALLISARI

Questa “Bottega” curiosa lo è davvero: non ha pareti, ma solo una serranda a dividerla dalla strada. È la bancarella dei libri usati di via Quintino Sella, una traversa di via Mazzini, in pieno centro storico: da trent’anni esatti la gestisce Daniele Martignoni, che ha raccolto una tradizione di famiglia, prendendo il testimone di questa particolare attività che dura da tre generazioni.

«Ad aprirla, su consiglio di una libraia di Bologna, fu mia nonna Linda Sommi, nel 1947: i libri erano la sua passione – racconta il titolare –. La apriva e la chiudeva ogni giorno, i primi anni spostandosi nelle vie vicine, non avendo un posto fisso; poi le fu concesso questo stallo e da allora siamo qui: oltre a mia nonna, l’attività è stata portata avanti da mio papà Carlo e da mio zio Riccardo, io invece sono entrato nel 1994».

Nonna Linda è morta alla fine degli anni Novanta, ma sarebbe orgogliosa di vedere che la sua bancarella c’è ancora ed è molto frequentata, nonostante i cambiamenti tecnologici degli ultimi decenni e l’avanzata del digitale, che hanno mutato le abitudini di lettura. «Un esempio? Le enciclopedie non si vendono più», dice il nipote, mostrando alcuni esemplari conservati con cura. «Tengo solo libri di ottima qualità: non importa quanti anni abbiano, basta che siano in buono stato».

Per rifornire la bancarella lunga 14 metri – che ha un lato nascosto nella parte inferiore, anch’esso traboccante di volumi – Martignoni seleziona di persona i libri. «Tengo edizioni recenti o più antiche, anche fuori catalogo, ma non libri antiquari – precisa –. Ne ho migliaia, di ogni genere: narrativa, saggistica, fumetti... Molti, e parecchio richiesti, sono quelli che riguardano la storia di Verona e l’arte, che riassortisco più frequentemente».

Tra un trattato sulla costruzione delle piramidi e un immancabile Topolino, tra un giallo della Sellerio e un romanzo della casa editrice Adelphi, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Di fronte a questa varietà indugiano molti passanti, veronesi e turisti, italiani e stranieri. Perché la bancarella ha anche un fascino pittoresco – e autentico, a differenza di altri banchetti pieni di souvenir un po’ kitsch – che invoglia a stazionarci davanti. «I clienti sono sia locali che forestieri e i titoli variano molto, è difficile prevedere le richieste: questo è un mercato particolare e i margini di ricavo sono risicati», spiega questo libraio all’aria aperta.

Mentre chiacchieriamo, si avvicina una coppia di giovani turisti dal Molise, che gli chiede se ha un libro di Tiziano Terzani. Prontamente, Martignoni lo preleva da una pila, sapendo con esattezza dove si trova, grazie a una formidabile memoria visiva. Poi si avvicina un signore che gli domanda se è interessato a una collana di libri custoditi in casa. «Me ne porti un paio, in modo che possa valutarli», è la risposta. Le giornate trascorrono così, con incontri sempre diversi. La bancarella è chiusa solo il lunedì mattina, a Capodanno, a Pasqua e a Natale. «È impegnativo, ma stare tra i libri mi piace sempre», conclude l’esercente che da trent’anni sorregge questa piccola roccaforte della cultura nel cuore della città. 

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