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La “De Amicis” di Tombetta: qui è passato un quartiere

di LINO CATTABIANCHI

Il centenario delle scuole elementari di Borgo Roma in un libro di Lucia Beltrame Menini

Parole chiave: Scuola (90), Città (29), Tombetta (2), Libri (38)
La “De Amicis” di Tombetta: qui è passato un quartiere

di LINO CATTABIANCHI

Non lascia passare il centenario (1920-2020) della intitolazione della scuola elementare di Tombetta a Edmondo De Amicis, il celeberrimo autore del libro CuoreLucia Beltrame Menini, poetessa e scrittrice, che ha raccolto in un agile libretto documenti e testimonianze su quell’opera che plasmò la vita di un quartiere di Verona dall’inizio del Novecento.
Era il 1908, terzo governo Giolitti, e proseguiva a livello nazionale il piano per dare “una casa alla scuola”. L’Italia, alle prese ancora coi problemi post-unitari, cercava una sua strada per diventare una nazione moderna. Le scuole realizzate in quel periodo erano edifici imponenti, come se ne vedono ancora, in città e in provincia, che spesso segnavano la vita di un paese o, come nel caso specifico di Tombetta – Borgo Roma, quello di un intero e popoloso quartiere.
Nel libro, a partire dai resoconti del Consiglio comunale, nel “processo verbale” dell’”adunanza straordinaria” dell’8 febbraio 1908, sindaco Luigi Bellini Carnesali, al punto b) dell’ordine del giorno si vota il “Capitolato per la costruzione dei nuovi edifici scolastici di Tombetta e Borgo Venezia”. La delibera “attesa l’urgenza di iniziare i lavori, affinché i nuovi edifici siano in condizioni di poter essere usati per l’anno scolastico 1908-09”, passa all’unanimità con 35 voti su 35 presenti.
L’appalto “per la costruzione di un edificio scolastico a Tombetta” viene vinto e controfirmato il 24 marzo 1908 dalla ditta Antonini Giuseppe. Il 15 giugno dello stesso anno, (o tempora o mores!), si vota la ratifica della delibera di Giunta del 29 maggio, per l’“appalto della costruzione di pavimenti delle scuole di Tombetta”. La scuola entra in funzione e nel 1920 se ne decide l’intitolazione a Edmondo De Amicis per il quale viene scoperto un ricordo marmoreo dello scultore veronese Eugenio Prati (Cerro Veronese 1889 – San Paolo del Brasile 1979) con un tondo bronzeo raffigurante l’autore del libro Cuore.
“Il paterno sorriso di Edmondo De Amicis qui vigila ancora l’entrata e l’uscita degli scolari perché alla Patria crescano generosi come i piccoli eroi del suo Cuore”, si legge sulla lapide. Quell’Italia sta cercando i suoi “piccoli eroi” e li trova nel libro di maggior successo degli ultimi 40 anni, tra Otto e Novecento. Comincia il racconto della scuola di Tombetta.
Volti di insegnanti che hanno segnato generazioni e generazioni di scolari, storie bellissime di dedizione e anche uno spaccato sociale della Verona dal primo Novecento ad oggi. In una classe del maestro Michelangelo Nereo Milani (1902-1988), arrivato nella scuola di Tombetta nel 1945 e dove insegnò fino al 1959, dopo essere stato due anni nel campo di concentramento nazista di Wietzendorf in Germania, su 35 scolari ben 14 erano assistiti dal Patronato scolastico e 7 avevano il libretto di povertà.
Tempi duri che passano sui volti di insegnanti, allievi e genitori. Il racconto della figlia Emma Lina Milani Caloi ha tratti commoventi nel delineare la figura del padre: “Le indicibili sofferenze di quegli anni lo spinsero ad inculcare nei suoi ragazzi i valori fondamentali della bontà, solidarietà, rispetto degli altri, amore alla famiglia, alla Chiesa e alla Patria”. Una pagina direttamente ispirata al libro Cuore viene “inventata” dall’insegnante Antonella Salemme: il dialogo dell’alunno Enrico, detto il monello, con la sua scuola.
Scuola che durante il periodo più tragico per Verona dei bombardamenti divenne rifugio per la popolazione e una lettera R grande rimane ancora segnata sulla sua facciata con l’indicazione dei posti utilizzabili dai civili rimasti in quartiere. Due figure rimasero nel cuore di molti: il maestro Bruno Villa e la maestra Rita Villa, uniti nella professione e nella vita. “Ricordo con quanta cura i miei genitori preparavano le lezioni per il giorno seguente – scrive la figlia Adriana –, il papà soprattutto al pomeriggio, dato che alla sera usciva per partecipare a riunioni o per gestire la biblioteca comunale. La mamma si preparava alla sera, quando noi figli andavamo a letto. Penso che i miei genitori, nel compiere il loro dovere, abbiano trasformato con impegno, onestà e dedizione la loro normale attività in qualcosa di indimenticabile e prezioso”.
Tra le altre figure, il maestro capogruppo Domenico Magagnotti e padre Hippy, al secolo padre Ippolito Rossin, frate carmelitano in servizio nella parrocchia di Santa Teresa, morto nel 2020, massiccio insegnante di religione e amante della montagna dove saliva spesso coi ragazzi in escursioni memorabili. Ci sono state figure carismatiche di insegnanti, come le maestre L. Melegari, E. Toffali, Assunta Canonica Vinciguerra, Lidia Bagnoli e Giuseppe Pagliarini, ricordate con orgoglio dai loro allievi. Le maestre Anita Fusari Locatelli, Elisabetta Toffali Locatelli, e siamo già verso gli anni ’80, coniugano l’insegnamento in una chiave fortemente improntata alla conoscenza diretta con gli alunni e le famiglie: una sensibilità nuova, gite ed escursioni fanno parte del curriculum scolastico.
“Ora possiamo dire che, a distanza di tanto tempo, le sane radici continuano a trasmettere la linfa della ‘buona educazione’ ricevuta nella scuola elementare ‘Edmondo De Amicis’ di Tombetta”, scrivono a conclusione Francesca Toso e Giovanni Baschirotto. “Oggi le alte e spaziose aule mescolano il fascino dell’antico sapere con i più moderni mezzi informatici e fanno convivere le antiche lavagne di ardesia con le moderne lavagne multimediali appese alle pareti”, commenta il dirigente scolastico Augusto Bellon. Una scuola che ha radici antiche, ma che cammina con lo sguardo rivolto al futuro. Il libro, pubblicato da F.lli Corradin Editori, Urbana (Pd), è disponibile presso la cartolibreria Pierino, via Centro, 32, Borgo Roma (di fronte alla farmacia Roma), tel. 045.504897. 

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