Il cinema fa Ri-Ciak per essere polo culturale dentro Veronetta
di FRANCESCA SAGLIMBENI
L’ex cinema Ciak verso una seconda vita. Per diventare Ri-Ciak (sintesi di ri-generazione e ri-costruzione), cinema di comunità aperto alla cittadinanza, ma anche polo culturale e punto di riferimento per tutte le realtà orbitanti attorno al quartiere di Veronetta
di FRANCESCA SAGLIMBENI
L’ex cinema Ciak verso una seconda vita. Per diventare Ri-Ciak (sintesi di ri-generazione e ri-costruzione), cinema di comunità aperto alla cittadinanza, ma anche polo culturale e punto di riferimento per tutte le realtà orbitanti attorno al quartiere di Veronetta. A gestirlo saranno i più di 300 soci dell’Associazione ViveVisioni Impresa Sociale, che hanno firmato il preliminare per l’acquisizione della sala (e spazi annessi) con accesso dalla galleria Embassy, tra via XX Settembre e via Cantarane.
Per dare gambe a questo progetto collettivo, «il 9 ottobre del 2018 ci siamo costituiti come impresa sociale – riferiscono Franca Rizzi e Massimo Rimpici, rispettivamente presidente e socio fondatore di ViveVisioni – ricevendo il sostegno di importanti enti e aggregazioni del territorio, tra cui l’ateneo scaligero». La pandemia ha dunque arrestato l’iter, ma nei mesi scorsi «siamo riusciti a recuperare il contributo riconosciutoci dalla Regione (pari a 50mila euro) destinato alle prime spese per la rigenerazione del cinema, e reimmetterci sulla corsia per ultimare l’atto d’acquisto».
Nel frattempo, sono nate nuove relazioni e adesioni al progetto, «che hanno permesso la formazione di un nuovo direttivo, ancora più motivato e con altre eccellenti competenze. Si è quindi costruita una rete di opportunità, di desideri, di collaboratori e partner, tutt’ora in crescita», mentre con l’ateneo è stata siglata una convenzione di scambi reciproci «che risponda alle esigenze di giovani studentesse e studenti».
Ri-Ciak nasce infatti dal desiderio di un gruppo di cittadine e cittadini di Veronetta e della città, che da oltre due anni si incontrano nel giardino dell’ex Istituto Nani, con l’obiettivo di restituire al territorio un bene pubblico, con le porte sbarrate da più di 12 anni. Favorendo, attraverso l’attività culturale e cinematografica, sia le pratiche del buon vicinato, che la socializzazione e la condivisione di progetti collettivi».
Una volta riaccesi i motori, l’idea è quella di tenere la sala aperta sette giorni su sette – anche al fine di offrire qualche opportunità occupazionale – e, al mattino, proporre proiezioni o lasciare gli spazi a disposizione di istituzioni universitarie e associazioni studentesche; al pomeriggio, noleggiarla per laboratori, seminari, incontri, stage, e altre attività culturali. In modo da continuare a garantire la sostenibilità finanziaria del progetto.
Previsto anche un social-bar, adibito al servizio di portierato di quartiere e centro di scambio, di relazioni e di coordinamento delle attività culturali del cinema e del rione.
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