#HumanFirst, studenti alle prese con l'economia del buon vivere
Successo per il primo incontro con 400 studenti e studentesse del ciclo “cooperiamo con le scuole”. Imprese, insegnanti, counselor hanno fatto rete per far conoscere l'economia del buon vivere
Progetto collettivo
“Cooperiamo per l’Economia del Buon Vivere Comune”
cod. 652-1-948-2016
Verona 23 ottobre – Una giornata intensa e ricca di stimoli quella che si è tenuta sabato 21 ottobre al polo Santa Marta dell’Università di Verona, durante la quale 400 studenti e studentesse veronesi hanno conosciuto l’economia del buon vivere comune. L’appuntamento è il primo di una serie di workshop che si terranno fino al settembre 2018 con le scuole di Verona e provincia, e che fa parte del progetto ideato da Mag Società Mutua per l’Autogestione di Verona “Cooperiamo per l’economia del buon vivere comune”, finanziato dalla Regione Veneto e sostenuto con un contributo di Fondazione Cattolica, che ha per obiettivo il rafforzamento di un ecosistema di economia sociale capace di coinvolgere il territorio.
«L’economia non è sinonimo di produrre denaro, bensì ha pieno significato se si occupa dei bisogni di uomini e donne - spiega Paolo Dagazzini, coordinatore del progetto, di cui Mag è capofila. – Non è competizione, ma collaborazione, relazioni, scambi di aiuto e competenze. Proporre alle scuole questa visione significa fertilizzare un ecosistema e far riflettere sul bene che si può generare, se si lavora in relazione con i territori e le comunità». L’evento è stato il frutto di un’ampia collaborazione tra enti territoriali, gli istituti Calabrese Levi, Copernico Pasoli, Seghetti, Stimate, Marco Polo, Galilei e Maffei, l’università di Verona, imprese del territorio veronese e vicentino, Mag Verona, commissione diocesana Nuovi stili di vita e Movimento per l'economia del bene comune.
L’avvio della giornata è stato dato da Luca Zarri, docente di Economia del settore non-profit, ed Emanuela Gamberoni, docente di Geografia sociale all’ateneo scaligero e Giorgio Mion, docente di Economia aziendale, che hanno sottolineato quanto un consumatore informato e responsabile possa incidere sull’economia reale e sul territorio, a partire dal proprio stile di vita.
Un richiamo a quali domande porsi prima di acquistare è stato ripreso anche da Laura Cremonesi, consigliera del Gruppo giovani di Confindustria, che ha sollecitato la platea a compiere piccole, costanti scelte a favore dell’ambiente e del consumo responsabile delle risorse. «Chi produce si chiede quale sarà il consumatore di domani, - ha affermato Cremonesi - per questo è importante che voi decidiate che cosa volete acquistare, così da dare un segnale forte alle aziende».
Il richiamo al consumo consapevole è stato il leit motiv di molti interventi, come quello di Dario Beghini, esperto di gestione rifiuti, che ha ricordato quanto non sempre i nostri rifiuti siano recuperabili e quindi possano entrare in un percorso di economia circolare. «Lungo la filiera di produzione si genera il 90% degli scarti. Come consumatori dobbiamo essere più informati, ma occorre anche investire nella progettazione dei beni, affinché comportino meno rifiuti possibile».
Di consumo di suolo e di energia ha parlato l’architetta Federica Pascolutti, che ha ricordato quanto ormai si stia vivendo a debito di risorse naturali. «Diventare autonomi sul fronte energetico è un passo obbligato, a partire dalle case che abitiamo – ha affermato Pascolutti -. Già oggi è possibile non consumare: basta l’energia del sole e un buon isolamento a rendere una casa autosufficiente. Scelte di oggi che possono cambiare le cose».
Collegandosi alle condizioni ambientali che fanno della Pianura padana una delle aree più inquinate d’Europa, Loretta Castagna, dell’Ecosportello del Comune di Verona, ha elencato le iniziative messe in campo in questi anni, a favore delle energie rinnovabili, come la rete delle ciclovie, il car sharing, il centro di riuso creativo, quali strumenti di un cambiamento ormai necessario.
Riccardo Sartori, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università di Verona, ha quindi riflettuto sulla reciprocità come dinamica di cura. «In ogni ambiente, anche in quello scolastico e in quello aziendale, si può sperimentare una convivenza che soddisfa i bisogni reciproci. Mettere al centro il benessere umano fa bene a tutti».
Andrea Salvetti, counselor dell’associazione Opados, ha aiutato gli studenti a riconoscere criticità e opportunità della scuola, perché essa divenga strumento di sostenibilità sociale.
Don Martino Signoretto, vicario per la Cultura della diocesi di Verona, ha messo in luce che «chi si occupa di sostenibilità integrata fa appello a un pensiero profondo, che riguarda la prospettiva con cui opera. Vede oggi i semi, ma riesce a immaginare i frutti».
La giornata è proseguita con una serie di laboratori paralleli, in cui alcune imprese e associazioni hanno presentato il proprio impegno per la sostenibilità: l’incontro degli studenti con Coldiretti, Fairphone, Il Giracose, Ecozema, Alisea, FabLab Verona, I Piosi, Giardinieri Sociali, D-Hub, Crowdfunding, 311-Coworking, Re-generation, Banca Etica, Commissione Nuovi Stili di Vita, Planet viaggi, Omnia impresa sociale, Rotte locali e Riscatto, è stato quindi coordinato da alcuni counselor, per elaborare nuovi comportamenti e strumenti.
Un laboratorio ha coinvolto parallelamente i docenti, per approfondire il ruolo della scuola nell'immaginare percorsi di sostenibilità sociale e ambientale a scuola.
La tavola rotonda del pomeriggio ha focalizzato sul protagonismo degli studenti, tramite forme di autoimpresa. Stefano Furlan di Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, ha esposto le politiche di sostenibilità del governo italiano in relazione alla scuola. Sono state poi presentate le esperienze dell'impresa formativa simulata e della cooperativa scolastica negli interventi di Claudio Pardini, preside dell'istituto Anti di Villafranca, e di Simone Perina della cooperativa Hermete, accompagnato da Lisa Ceravolo e dalle socie fondatrici della cooperativa scolastica "Insieme per collaborare", nata tre anni fa all'interno della scuola media di San Pietro Incariano. Marta Avesani, esperta di sostenibilità e membro del Movimento Economia del Bene Comune, ha presentato il bilancio del bene comune come possibile strumento di misurazione dei consumi delle scuole. Ogni classe, infine, ha preso l’impegno con i propri insegnanti di elaborare e sviluppare durante l’anno scolastico gli spunti della giornata e i risultati del loro lavoro saranno esposti in un workshop previsto per maggio 2018.
«Nel nostro workshop abbiamo lavorato con una cinquantina di ragazzi e ragazze tramite un gioco – spiega Francesca Dal Ben, facilitatrice della commissione diocesana Nuovi stili di vita -. Li abbiamo stimolati a capire con quali criteri facciano i loro acquisti di abbigliamento. Il riscontro è stato molto positivo: la questione dello sfruttamento dei lavoratori li ha molto colpiti, come pure si sono posti la domanda se tutto ciò che comprano sia veramente un bisogno. Conoscere realtà locali che producono moda nel rispetto della sostenibilità e del lavoro è stato un altro tassello utile per capire come operare nuove scelte, più etiche».
«Abbiamo lanciato un messaggio forte, cominciando dal chiedere scusa alle nuove generazioni per come gli abbiamo consegnato il mondo – conclude Katia Bissoli, referente della commissione Nuovi stili di vita e tra gli organizzatori della giornata -.
I ragazzi e le ragazze hanno risposto con entusiasmo e hanno capito di avere un peso decisionale forte per orientare il futuro. L’importante è che la rete di adulti, insegnanti, le istituzioni, la scuola, continuino a proporre percorsi alternativi, perché l’economia circolare è una realtà positiva per tutti e propone un futuro migliore e possibile». «Le scelte che compiamo si fanno in base ai nostri valori – le fa eco Lucia Vesentini, formatrice della commissione Nuovi stili di vita -. In un’epoca in cui imperano slogan come “business first”, “America first” scegliamo di rimettere al centro le persone con il nostro “Humansfirst”, una visione di essere umano e di futuro che ha a cuore il bene comune».
progetto finanziato dalla Regione del Veneto a valere sul POR FSE 2014-2020 DGR 948/2016
Ufficio stampa Mag Verona
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