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Tre nuovi diaconi per la Chiesa veronese

Questa domenica alle 16 in Cattedrale l’ordinazione di tre diaconi. Sono: Paolo Cagnazzo di Monteforte, Francesco Facchinetti dei Santi Angeli Custodi e Michele Marani di Santa Maria Immacolata

Parole chiave: Diaconi (9), Ordinazioni (30), Chiesa veronese (8)
da sinistra: Michele Marani, Francesco Facchinetti e Paolo Cagnazzo

Lo stile controcorrente di chi si fa servo

Domenica 8 aprile alle ore 16, in Cattedrale, il vescovo Giuseppe Zenti presiederà la celebrazione eucaristica durante la quale saranno ordinati diaconi tre giovani del nostro Seminario: Paolo Cagnazzo, 33 anni, di Monteforte; Francesco Facchinetti, 25enne della parrocchia dei Santi Angeli Custodi e Michele Marani, 27 anni, della parrocchia di Santa Maria Immacolata. Tutti e tre hanno iniziato il loro cammino con l’ingresso in Casa S. Giovanni Battista, nel settembre del 2012, e oggi si stanno preparando a vivere l’ordinazione diaconale. Abbiamo fatto una chiacchierata con loro per conoscerli meglio e capire il significato di questa tappa.
«Il diaconato – ci spiega Michele Marani – è, tra i ministeri ordinati, quello che incarna in modo specifico il servizio alla Chiesa. Il diacono per eccellenza è Gesù, che per amore si è fatto servo dell’uomo; lo dice chiaramente lui stesso: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27). Servire è un atteggiamento che richiede umiltà e disponibilità a farsi carico delle persone che si incontrano. È uno stile decisamente controcorrente, quasi trasgressivo!». «Eppure – continua Francesco Facchinetti – lo abbiamo scoperto come il segno di un amore autentico, capace di dare la vita per gli altri. Tutto ciò è rappresentato in maniera evidente nell’episodio della lavanda dei piedi. I discepoli hanno faticato non poco a comprendere quel gesto di Gesù, ma ce lo hanno tramandato come uno dei più importanti della sua vita. Noi lo abbiamo meditato a lungo e lo abbiamo scelto come icona per il nostro futuro ministero».
Nel percorso verso il presbiterato, l’ordinazione diaconale rappresenta una scelta definitiva: gli ordinandi, infatti, si assumeranno degli impegni, promettendo di vivere il celibato, l’obbedienza al Vescovo e di pregare tutti i giorni con e per la Chiesa. È da tempo che si stanno preparando a questo passo, anche grazie all’aiuto dei loro educatori. «Queste promesse – ci racconta Paolo Cagnazzo – sentiamo di accoglierle con libertà, fiducia e serenità, anche perché abbiamo intuito come ciascuna serva a salvaguardare il significato più profondo del nostro futuro ministero. Il celibato, ad esempio, è il segno dell’amore incondizionato e libero di Cristo, capace di fare spazio all’altro, per condividerne in modo pieno gioie e sofferenze. Vivere da celibi è un dono prezioso da custodire, perché ci permetterà di incontrare ogni persona dentro una relazione profonda e libera». A Michele abbiamo chiesto di aiutarci a comprendere il senso dell’obbedienza: «Obbedire a una persona vuol dire fidarsi di lei e del suo giudizio, delle sue scelte verso di noi. Nella Chiesa questa relazione diventa il simbolo della relazione che ogni cristiano è chiamato a vivere con Dio Padre. Per noi diaconi l’obbedienza al Vescovo è ciò che ci permetterà di svolgere il nostro ministero in comunione con lui e con la Chiesa. Siamo convinti che solo così ciò che faremo potrà essere veramente fecondo». «Celibato e obbedienza – conclude Francesco – si comprendono solo se accompagnati dalla preghiera, che ci mantiene legati a Cristo servo, scelto come centro della nostra vita».
I tre ordinandi ci hanno confidato che stanno vivendo questo ultimo tratto di preparazione con grande gioia e gratitudine. «Abbiamo ripercorso con la memoria gli anni trascorsi insieme. Ci sembra ieri quando abbiamo iniziato, con un po’ di timore, la vita di Seminario. Si è trattato di un’esperienza intensa e ricca, che ci ha permesso di costruire tra di noi delle relazioni fraterne: più che compagni di classe, ci sentiamo veramente fratelli (l’essere in pochi ci ha aiutato, almeno in questo!). Riconosciamo che tutto ciò è dono del Signore: è Lui che ci ha chiamati e accompagnati ogni giorno. Per questo ci sentiamo di dire un grande grazie a quanti ci sono stati a fianco fino a qui: i nostri genitori (soprattutto  chi ci protegge dal cielo), gli educatori del Seminario e i sacerdoti che ci hanno aiutato a scoprire la nostra vocazione».
A partire da settembre, i diaconi novelli riceveranno dal Vescovo un incarico, che li vedrà impegnati dal giovedì alla domenica nelle attività pastorali di alcune parrocchie della nostra diocesi. Dal lunedì al mercoledì, invece, continueranno la vita in Seminario, per completare il percorso di studi e di formazione verso il presbiterato.

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