Pasqua vuol dire passare oltre
di REDAZIONE
Gli auguri del vescovo Domenico Pompili ai missionari e alle missionarie veronesi
di REDAZIONE
Pasqua vuol dire “passare oltre”. Siamo qui per “passare oltre” anche noi, rispetto alla vita che ci spiazza con i suoi esiti imprevisti ed imprevedibili. Ma, più radicalmente, per “passare oltre” rispetto alla morte.
“Passare oltre”, beninteso e non “passare sopra”, cioè non bypassare questa esperienza, ma imparare a conviverci, fino ad attraversarla.
Per questo, i cinquanta giorni della Pasqua hanno come unico obiettivo quello di familiarizzare con la novità della resurrezione, senza accontentarsi di una convenzionale adesione a un articolo della fede, ma cercando di liberarne la forza. Il Risorto, comprensibilmente, nessuno l’ha mai visto.
E allora come credere alla resurrezione di Gesù? La pagina lucana dei discepoli di Emmaus sembra essere l’esatto contrario del celebre dipinto di E. Munch che è L’urlo: una delle icone del tempo moderno, dove l’uomo senza volto grida, avendo alle spalle due figure che si allontanano in direzione contraria, su di un ponte.
La strada da Gerusalemme ad Emmaus per contro è attraversata dai due insieme e all’improvviso si avverte la presenza di un estraneo che diventa via via più familiare, facendo balenare qualcosa oltre le apparenze. Questa esperienza di fede che si sprigiona nel momento in cui i due si ritrovano con lo sconosciuto viandante nella locanda e scompare sia anche il mio augurio per tutti voi.
Il Signore possa sorprendervi sulle strade dell’evangelizzazione di popoli lontani. Per la Chiesa di Verona la Pentecoste quest’anno coinciderà con la visita di papa Francesco il prossimo 18 maggio. Sareste i benvenuti se poteste essere con noi. In ogni caso, volevo condividere con voi questa testimonianza che è papa Francesco che ci inviterà a percorrere i sentieri imprevisti ed imprevedibili dell’Evangelii gaudium.
Grazie per il vostro lavoro quotidiano che è per noi qui a Verona la prova della comune apertura missionaria che fa del Vangelo non una proprietà privata, ma un dono da condividere con tutti.
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