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Il grazie di due “ragazzi” della parrocchia

di CECILIA TOMEZZOLI
La prima Messa di don Andrea Rigo e don Federico-Elia Scappini nella loro comunità di origine 

Il grazie di due “ragazzi” della parrocchia

di CECILIA TOMEZZOLI
Le note del canto “Se dovrai attraversare il deserto, non temere io sarò con te. Se dovrai camminare nel fuoco, la sua fiamma non ti brucerà”, che suonavano come l’abbraccio affettuoso e la gioiosa vicinanza di tutta la comunità di Santa Maria Ausiliatrice, hanno salutato l’arrivo in chiesa dei due novelli sacerdoti don Andrea Rigo e don Federico-Elia Scappini, nel giorno della loro prima Messa solenne, concelebrata domenica 8 settembre nella stessa parrocchia in cui entrambi hanno mosso i primi passi.
Uniti a loro nel rendimento di grazie, il parroco padre Venturino Cacciotti dei Figli di S. Maria Immacolata, che ha presieduto l’Eucaristia; il rettore del Seminario di Verona, don Luca Albertini; il diacono Franco Costa e numerosi presbiteri e seminaristi. Il brano del Vangelo di Marco, che narrava la guarigione del sordomuto da parte di Gesù portatosi nella Decàpoli, un territorio pagano, idolatra, oltre i confini della Terra Santa, è parso il migliore augurio all’inizio del loro ministero sacerdotale: «Abbiate anche voi il coraggio – ha commentato nell’omelia il rettore del Seminario, rivolgendosi a don Andrea e a don Federico-Elia, che li segue dal 2017 – di andare oltre i confini di ciò che è considerato sacro, per portare una parola di speranza a ogni uomo e all’intera comunità umana. Solo così ciascuno potrà sperimentare, come esclamò la folla alla notizia del miracolo, che Gesù, fonte di vita, “ha fatto bene ogni cosa”, ma che anche noi stessi siamo una cosa buona e che pure noi, guidati da Lui, siamo in grado di “fare bene ogni cosa”». L’atmosfera festosa che si toccava con mano durante l’Eucaristia e si percepiva nei volti commossi e sereni dei presenti ha toccato il culmine nel discorso dei novelli sacerdoti pronunciato a due voci, ma con un cuore solo, al termine della celebrazione:
«Concludiamo – ha affermato don Andrea – con una parola che potrà sembrare semplice, ma non è banale: grazie. Ci ha colpito un’espressione che ci avete ripetuto in questi giorni “Siete i nostri ragazzi”: grazie per considerarci tali». «Rendiamo insieme grazie a Dio e ringraziamo di cuore – ha aggiunto don Federico-Elia – questa comunità che ci ha visto crescere e in cui ci sentiamo a casa; un grazie particolare ai padri che ci hanno seguito e accompagnato per primi nel cammino di fede».
Nei ringraziamenti non hanno voluto davvero dimenticare nessuno: da coloro che li hanno affiancati nella formazione, dalle proprie famiglie e dai propri amici, alle persone incontrate con cui si è percorso un tratto di strada, ai ragazzi che con loro hanno condiviso esperienze, ai celebranti e ai chierichetti, a quanti si sono prodigati per organizzare questa giornata di festa, ai coristi e, non ultime, alle signore che si adoperano per tenere pulita la chiesa, la dimora del Signore, che è anche la casa di ciascuno di noi. 

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