Il grazie di Verona al cardinale Gugerotti
di ALBERTO MARGONI
Nella Cattedrale la prima Messa da cardinale del veronese Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali
«Per me è molto bello oggi essere in questa chiesa, che mi ha dato i natali – la Chiesa di Verona –, mi ha dato il battesimo, mi ha cresciuto nella sua fede, mi ha fatto conoscere il carisma di don Mazza e seguirlo, per quanto ho potuto, in tutta la vita e mi ha mandato a servire l’amore di Pietro». Così si è espresso il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, nell’omelia della Messa da lui presieduta questo pomeriggio in Cattedrale, la prima nella chiesa madre della sua diocesi di origine, da quando lo scorso 30 settembre è stato creato cardinale da papa Francesco. In questa stessa chiesa venne ordinato presbitero il 29 maggio 1982 da mons. Giuseppe Amari. Hanno concelebrato con lui il vescovo Domenico Pompili, il vescovo emerito Giuseppe Zenti, l’arcivescovo Rino Passigato e una cinquantina di sacerdoti, tra i quali i canonici del Capitolo della Cattedrale e don Sandro Corazza, superiore generale della Pia Società di don Nicola Mazza nella quale Gugerotti entrò nel 1975. Erano presenti le autorità civili e militari veronesi.
«Il vescovo Domenico questa sera ha invitato anche me al banchetto del Regno, da celebrare qui, in questa Eucaristia che è l’anticipo, la prefigurazione del banchetto eterno – ha affermato il 68enne porporato –. Mi ha invitato nella mia Verona, ben esperta di cibi succulenti e di vini gloriosi, a far festa per la chiamata che papa Francesco mi ha rivolto ad essere cardinale, cioè membro del clero di Roma e suo ancor più stretto collaboratore. Al centro di tutto questo c’è sempre e solo Dio. Non una questione mondana, non una questione di precedenze, di onori e di gloria. Mi ha molto colpito l’espressione con cui il Papa mette ai cardinali l’anello: “Ricevi l’anello dalla mano di Pietro e sappi che con l’amore del principe degli apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa”. Pietro è il tramite, il testimone dell’amore e, trasmettendo l’amore, rende più bello e grande il nostro amore verso la Chiesa, questa Chiesa, così come è».
Quindi Gugerotti ha ricordato che «i cardinali vestono il colore rosso per significare che sono pronti a testimoniare Cristo fino all’effusione del sangue. Fino a qualche anno fa per un cardinale si trattava soprattutto di una metafora pia […] ma oggi non è più così: oggi ognuno di noi rischia di dover essere chiamato a versare il sangue. Sono appena tornato dalla Siria – è il mio secondo viaggio –: l’insicurezza totale, la miseria assoluta, la povertà della gente senza limite in un Paese ricco e di cui tutti si dividono le spoglie. Questo corpo che Cristo ha assunto per salvarci, con tutto quello che significa, è possibile venga chiamato al martirio». Infine, rivolgendosi ai fedeli veronesi, il cardinale ha esortato: «Ascoltiamo i servi che continuano a predicare l’amore di Dio e a invitarci a banchettare con lui e, sotto la guida del nostro vescovo Domenico, cui il Signore ha concesso una parola concisa e penetrante, non voltiamoci dall’altra parte per curare i nostri affari. Lasciamoci sfiorare da questo invito delicato e sussurrato, mettiamo da parte paure e complessi. Perché si può amare – e Dio è così – perdutamente e fedelmente fino alla fine dei tempi!».
All’inizio della solenne concelebrazione il vescovo Domenico, rivolgendosi al neocardinale ha evidenziato che «non è difficile cogliere nel tuo itinerario pastorale le tracce del carisma mazziano centrato sull’educazione dei giovani e sulla missio ad gentes. Nel tuo cammino la conoscenza dell’Oriente cristiano ti ha reso particolarmente adatto a coltivare rapporti di vicinanza con mondi diversi e distanti, esercitandoti nell’arte del dialogo. La Chiesa di Verona, di cui sei figlio oltre che padre, ti dice grazie e ti accompagna nella tua testimonianza di credente e di pastore, seguendo le virtù che qui hai appreso: l’incontro con le giovani generazioni e il confronto con un mondo plurale».
Prima della benedizione, il cardinale Gugerotti ha rivolto una serie di ringraziamenti estesi a tutti i presenti, nessuno escluso, e al termine della celebrazione in una sala della Biblioteca Capitolare ha ricevuto coloro che desideravano salutarlo personalmente ed esprimergli il proprio affetto.
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