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Don Filippo, una sacerdote gioioso

di FRANCESCA SAGLIMBENI
Tredici concelebranti alla prima Messa solenne del novello presbitero

Don Filippo, una sacerdote gioioso

di FRANCESCA SAGLIMBENI
Nel giorno della Natività della Beata Vergine Maria, la Parola è stata ancora una volta un faro per don Filippo Avesani, uno dei sei nuovi presbiteri ordinati dal vescovo Domenico Pompili, che domenica 8 settembre ha presieduto la sua prima Messa a San Francesco all’Arsenale, sua parrocchia di origine, dove ha contagiato da subito con il suo sorriso e disponibilità all’ascolto sia giovani che adulti.
«Io nella mia vita sono stato portato tante volte davanti al Signore, perché mi aprisse di nuovo le orecchie», la prima testimonianza persona del ventisettenne sacerdote alla sua comunità, in assonanza al Vangelo. Come? «Attraverso la parola di un amico, che mi ha scomodato, dicendomi la verità; la parola di una sorella, che mi ha detto: “Sfogati, non tenerti tutto dentro!”; lo sguardo di una mamma e di un papà, che hanno capito che qualcosa non andava. Un prete, che mi ha esortato a camminare, a muovermi da dove ero. Tutte persone che mi hanno riportato davanti al Signore affinché mi aprisse le orecchie».
Trasposta sul piano esistenziale e spirituale, ha poi spiegato entrando nel vivo dell’omelia, «la sordità di cui parla questo Vangelo, è qualcosa che va oltre la condizione fisica. Il sordo è colui che vive il disagio dell’incomunicabilità con il mondo e dell’incomprensione. Il sordo è ciascuno di noi quando è così chiuso in sé che non è capace di ascoltare nient’altro che la propria voce. E cerca il senso della sua vita solo a partire da se stesso. Lo ha detto il nostro Vescovo, quando ci ha ordinati: “Il rischio di oggi è l’incomunicabilità della gente, un individualismo forte che chiude in un barattolo”. Allora, ciò che io vorrei provare a fare insieme a voi a partire di oggi è stappare quel barattolo».
Un intervento appassionato, conclusosi con il ringraziamento di don Filippo – sesto di nove figli, cresciuto nella fede anche grazie al Cammino neocatecumenale – all’intera comunità e alla famiglia che lo ha accompagnato e sostenuto con tenacia in questa ricerca. «Siamo felici di averti accompagnato in questi anni, di averti fatto crescere nella vocazione e nel ministero, di averti lasciato briglie sciolte nell’inventarti mille dinamiche di animazione per gli adolescenti e per i giovani», sono state le parole di ringraziamento del parroco don Federico Zardini, che ha concelebrato la Messa con lui e altri 12 presbiteri diocesani. «Ora sei qui, a celebrare la tua prima Santa Messa, e noi siamo tutti qui a pregare per te e con te perché tu sia sempre un sacerdote gioioso, che contagia con entusiasmo quanti vedono e quanti vedranno in te sempre un uomo di Dio».

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