Diario di viaggio dalle missioni diocesane nel nord del Mozambico
di DON DARIO VAONA
Le hanno visitate insieme il vicario generale della Diocesi di Verona, mons. Roberto Campostrini, e don Dario Vaona (Cmd)
di DON DARIO VAONA*
Dal 27 giugno al 9 luglio ho accompagnato il vicario generale, mons. Roberto Campostrini, in visita a don Fabio Gastaldelli e a don Francesco Castagna, missionari fidei donum della nostra diocesi a Namahaca, in Mozambico. L’ultima visita era stata nel 2019, poi c’è stato il Covid e anche il Centro missionario diocesano ne ha subito le conseguenze, soprattutto per quanto riguarda le visite ai missionari.
Dopo un viaggio un po’ rocambolesco (solo per dare un’idea ricordo la notte con sette lunghe ore di attesa della coincidenza dell’aereo a Johannesburg, in Sudafrica, con una temperatura di 6° C all’interno dell’aeroporto!) siamo arrivati alla missione alla sera del secondo giorno, dopo trentasei ore da quando siamo partiti da Verona. Ad accoglierci con cartelli di benvenuto e molti canti c’erano le ragazzine del Lar, il collegio della missione: il tempo di fare una doccia, celebrare l’Eucarestia, cenare assieme alle suore e poi andare a dormire.
La prima settimana abbiamo partecipato alla vita quotidiana dei nostri sacerdoti: sono stati giorni fraterni di dialogo, di preghiera comunitaria, di ascolto reciproco, di condivisione di alcuni lavori di casa, di riflessione sulla realtà missionaria ed ecclesiale che don Fabio e don Francesco vivono nella loro parrocchia e nella diocesi di Nacala. Sono stati “giorni di gratuità” per il tempo che ci siamo presi e che ci siamo donati e di riposo (non solo fisico) dai pressanti impegni di tutti i giorni sotto l’incantevole cielo dell’emisfero sud che nella savana, alla sera senza nessuna luce, si mostrava in tutta la sua bellezza con il centro della galassia sopra la nostra testa.
La giornata a Namahaca comincia presto, appena sorge il sole: si prega dalle 6 alle 7, poi, dopo la colazione vi sono le attività: normalmente al centro pastorale parrocchiale c’è ogni settimana una formazione di 4/5 giorni per animatori e animatrici delle varie pastorali della parrocchia. Le comunità della parrocchia sono 75 su un territorio esteso circa quanto la diocesi di Verona e la gente si sposta sempre a piedi o con la moto (chi ce l’ha). Per questo le formazioni devono prendere più giorni residenziali.
Alla sera alle 18.30 c’è l’Eucarestia con i vespri pregati insieme alle suore, una volta nella cappellina a casa loro e una volta dai nostri e due volte la settimana la cena è pure assieme. Il fine settimana è dedicato alle celebrazioni nelle diverse comunità, così anche noi abbiamo partecipato alle due Eucarestie locali. Sabato 2 luglio siamo partiti presto il mattino per la comunità di São José Kopé, a circa un’ora e mezza di distanza su una strada (sarebbe meglio dire sulle buche!) in mezzo al paesaggio della savana arida costellato di baobab e anacardi sparsi attraversando qualche terreno coltivato di manioca con capanne lungo il percorso.
Arrivati alla comunità, dopo le presentazioni, i saluti e gli scambi di notizie, abbiamo iniziato la Messa che è durata solo un’ora e mezza e poi ci è stato offerto il pranzo. Siamo ritornati a Namahaca nel pomeriggio. Il giorno seguente è stato ancora più intenso. Infatti alla Messa ci sono stati 39 tra battesimi e prime comunioni di giovani-adulti; la comunità di Cássamo è a poco più di mezz’ora di distanza da Namahaca e la Messa, sotto un grande albero di anacardi, iniziata poco dopo le 9, è finita dopo mezzogiorno. Le tre ore sono state gioiose con molti canti, danze, preghiera!
I sacramenti sono stati occasione di una grande festa per tutti: sia per chi li ha vissuti in prima persona, sia per tutta la gente e anche per noi che abbiamo respirato la gioia di questa giovane Chiesa. La seconda settimana è stata dedicata a visite e incontri di persone nella diocesi di Nacala. Così lunedì 4 siamo partiti alla volta di Itoculo, cittadina a circa 50 km prendendo la scorciatoia oppure circa 80 prendendo la strada asfaltata. Nell’andata abbiamo preso la scorciatoia e per percorrere 50 km abbiamo impiegato 3 ore e mezza; tornando, abbiamo preso l’altra e abbiamo impiegato quasi 4 ore.
Siamo andati a incontrare la provinciale delle suore dello Spirito Santo, congregazione alla quale appartengono le suore di Namahaca che sono subentrate alle Sorelle della Sacra Famiglia che, dopo dieci anni di presenza, hanno lasciato la missione “veronese”. Suor Tatiana, suor Dorcas e suor Elisa, con la postulante Natalia, formano la comunità religiosa di Namahaca: aiutano nella pastorale parrocchiale, suor Dorcas è responsabile del collegio delle ragazze (il Lar) con 42 presenze, suor Elisa è responsabile del Centro nutrizionale che segue quest’anno oltre 140 bambini con problemi di denutrizione. Dopo aver fatto visita anche ai padri dello Spirito Santo, siamo rientrati a Namahaca.
Il giorno seguente abbiamo incontrato don Silvano Daldosso, prete fidei donum di Verona nella vicina parrocchia di Cavá-Memba, a una trentina di chilometri su una strada bianca ragionevole. Don Silvano lascerà la parrocchia in questo mese di luglio e rientrerà in Italia per un periodo sabbatico di studio. Mercoledì 6, dopo aver fatto il tampone in vista del viaggio di ritorno, siamo stati ospiti del vescovo di Nacala, mons. Alberto Vera Arejula, con il quale abbiamo parlato della missione che la diocesi di Verona sta portando avanti.
La diocesi di Nacala in 4-5 anni ha raddoppiato il numero dei sacerdoti diocesani locali: da 11 che erano ora sono in 22 e tra qualche anno supereranno la trentina. Alcune vocazioni sacerdotali, sia diocesane che religiose, sono originarie di Namahaca, frutto del lavoro missionario della missione di Verona. Dopo il pranzo abbiamo visitato il nuovo centro diocesano della Caritas e siamo tornati alla missione per poi partire il mattino seguente per la città di Nampula dove venerdì 8 avremmo preso l’aero di ritorno.
Qui abbiamo incontrato Giovanna Fakes, laica fidei donum di Bovolone che presta servizio in un campo profughi alla periferia della città. A Nampula abbiamo dormito dai fratelli comboniani e da lì siamo partiti per l’aeroporto e il viaggio di rientro. Siamo tornati contenti per aver visto i nostri preti dedicati alla missione del regno, contenti di quello che stanno facendo pur in mezzo alle difficoltà che questa missione comporta. Di fatto è una missione impegnativa, soprattutto per le distanze delle comunità, come dai servizi che una città può offrire. A loro va il nostro grazie sincero per la testimonianza che danno in quella Chiesa locale e alla chiesa che li ha inviati.
* Vicedirettore del Cmd
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