Cosa succede quando un prete (o un vescovo) compie 75 anni?
di REDAZIONE
Quest'anno andranno “in pensione” le classi sacerdotali più corpose: ecco come cambia la mappa della Chiesa veronese
di REDAZIONE
“Il Vescovo diocesano che abbia compiuto i settantacinque anni di età è invitato a presentare la rinuncia all’ufficio al Sommo Pontefice, il quale provvederà, dopo aver valutato tutte le circostanze”. Questo dice il Codice di diritto canonico al canone 401 paragrafo 1.
Il vescovo Giuseppe Zenti, ormai prossimo a questa soglia, già da alcuni mesi lo ha ricordato pubblicamente e più volte si è detto tranquillo, qualunque sia poi la decisione di papa Francesco, ovvero se accetterà subito la rinuncia o chiederà di rimandare e quindi permanere ancora per qualche tempo alla guida della Diocesi di Verona.
La stessa data dei 75 anni, è indicata dal paragrafo 3 del canone 538 per quanto riguarda il parroco che “è invitato a presentare la rinuncia all’ufficio al Vescovo diocesano, il quale, considerata ogni circostanza di persona e di luogo, decida se accettarla o differirla”. Si tratta di regole stabili, intrise di storia e di sapienza, che di fatto riguardano anche altri incarichi dei diversi preti diocesani. Di certo, per la Chiesa di San Zeno questo comporta nel 2022 l’atto di rinuncia del proprio vescovo e di parecchi parroci. Infatti, queste annate sono proprio quelle che hanno visto un numero consistente di ordinazioni.
La classe 1947, quella che nel 2022 giunge ai 75 anni, oltre a mons. Zenti conta 23 sacerdoti diocesani viventi. È la più numerosa, ben accompagnata dalla classe precedente (1946) con 17 preti e dalle due successive: 12 del 1948 e 14 del 1949. Da allora, salvo gradite eccezioni, non si sono più raggiunte quelle cifre. Anche guardando la situazione da un’altra angolatura, ovvero dall’anno di ordinazione, si conferma che i primi anni Settanta ebbero un gran numero di giovani preti: 20 diocesani nel 1970 tra cui il card. Mario Zenari; 25 nel 1971 anno di ordinazione del vescovo Giuseppe Zenti e rispettivamente 14, 19, 16 nei tre anni successivi.
Il giungere all’età della rinuncia ai diversi uffici di questa generazione di preti porterà sicuramente dei cambiamenti nella Diocesi di Verona. Raggiunti i 75 anni, però, non si smette di essere preti e vescovi: cambia il modo, ma non il desiderio e la chiamata ad essere a servizio della Chiesa e di tutta l’umanità, con un ancor più ricco bagaglio di sapienza e di esperienze. Nella certezza che, come ha scritto papa Francesco nel settembre scorso, i sacerdoti anziani non sono “solo un oggetto di assistenza, ma protagonisti attivi della comunità” perché “portatori di sogni carichi di memoria e per questo importantissimi per le giovani generazioni”. Da loro, aggiungeva il Pontefice nella lettera scritta per la Giornata di fraternità del clero lombardo, “viene la linfa per fiorire nella vita cristiana e nel ministero”.
Nei prossimi mesi racconteremo alcune di queste storie perché diventino un tesoro prezioso per una Diocesi chiamata ad affrontare un delicato passaggio, inserito tra l’altro dentro quello che papa Francesco chiama un cambiamento d’epoca.
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