26ª Giornata mondiale della vita consacrata

di ELENA PILASTRO *

Puntuale, ogni anno, torna il 2 febbraio la giornata mondiale dedicata alla vita religiosa che si inserisce dentro un tempo che scorre veloce, ma che in questo contesto di pandemia abbiamo la possibilità di vivere come un tempo favorevole, un tempo di grazia per la nostra vita, per “riorientare la propria rotta”, sviluppando e potenziando “la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti”, come afferma papa Francesco (Laudato si’ 202).
Stiamo assistendo ormai da tre inverni al crollo di quanto sembrava solido e ci sentiamo sospesi, smarriti e, forse, più consapevoli che queste nostre vite sono sì preziose, ma allo stesso tempo molto fragili. Questa potrebbe diventare una delle condizioni che obbliga anche noi religiosi a fare un impegnativo viaggio del cuore che ci porta a rivalutare ciò che è veramente importante ed essenziale nella nostra vita e a credere che questa è una condicio sine qua non perché la potenza di Dio si compia. S. Paolo sostiene che “noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi” (2 Cor 4,7); la potenza di Dio non risiede nella forza secondo i parametri del mondo, ma si dispiega nell’uomo crocifisso, in Gesù morto e risorto. 

Il mistero pasquale ci annuncia che un modo di vivere realmente nuovo non può che prendere avvio da una capacità di leggere la morte non solo come esperienza di radicale annullamento della vita, ma anche come misteriosa soglia che la pone in comunione con il mistero di Dio. Con l’apostolo anche noi possiamo pertanto affermare: “So a chi ho dato la mia fiducia” (2Tm 1,12) e nutrire così un senso di grande speranza nei confronti di Chi la vita l’ha ormai scelta e salvata per sempre.

* Canossiana

L'articolo completo è su Verona fedele del 30 gennaio 2022