Una superstrada salverà dal traffico la cintura urbana che sta a sud di Verona
la futura Statale per Verona Sud. Ecco il progetto per la variante alla Statale 12 destinata a decongestionare dal traffico un'ampia porzione di cintura urbana a sud di Verona
Forse è la volta buona. I segnali sono incoraggianti ma, visti i trascorsi, è meglio andarci con i piedi di piombo. Variante alla Statale 12, «l’infrastruttura leggendaria» – definizione adottata dal sindaco di Verona, Federico Sboarina –, di cui si parla da qualche decennio. Pare sia giunto il momento favorevole per passare dalle parole ai fatti. Ne è convinto anche Bruno Arzenton, storico coordinatore del Comitato di Cadidavid per la variante, che dopo anni di appelli andati a vuoto si dice ottimista.
«Con questa amministrazione mi sento fiducioso – osserva – mi sembra che ora ci siano tutte le premesse, il mondo politico è finalmente tutto d’accordo. Se non va in porto questa volta, possiamo abbandonare definitivamente le speranze». La nuova arteria che da Isola della Scala conduce sino all’imbocco delle tangenziali su Strada dell’Alpo, nel Comune di Verona, dovrebbe sgravare la fascia urbana a sud dell’autostrada A4: su tutti, i paesi di Cadidavid e Buttapietra, attraversati dalla “vecchia” Statale 12. Ma porterebbe benefici anche sulla Provinciale 25 che percorre interamente da nord a sud l’abitato di Castel d’Azzano, toccando poi anche Vigasio.
A fine giugno l’ultima versione del progetto ha raccolto la prima approvazione, quella della Conferenza dei servizi, a cui hanno preso parte i tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di Anas, di Veneto Strade e Autostrada A4, la Regione con l’assessore ai Lavori pubblici Elisa De Berti, il Comune di Verona con il sindaco Federico Sboarina e gli assessori Ilaria Segala e Luca Zanotto, e gli amministratori di tutti i Comuni coinvolti, vale a dire Isola della Scala, Buttapietra, Vigasio e Castel d’Azzano. Un segnale importante, perché certifica che tutti gli attori coinvolti nell’opera, per la prima volta, sono concordi sulla realizzazione e sul tracciato.
Ora l’iter prevede il passaggio dalla Commissione provinciale valutazione di impatto ambientale, che dovrà esaminare le ultime modifiche al progetto – tratto di strada che ricade nel Comune di Verona – avendo già fornito in passato un parere positivo sulla parte del tracciato rimasta inalterata (circa i quattro quinti). Poi si potrà redigere il progetto definitivo e infine quello esecutivo. Solo allora l’Anas, che realizzerà concretamente l’opera, potrà stanziare la cifra necessaria, ad oggi quantificata in 146 milioni e 550mila euro.
Tale somma, stando alle parole dell’assessore De Berti, la si potrebbe attingere dai circa 4 miliardi che il ministro Delrio aveva destinato alla realizzazione di nuove infrastrutture. La sfida starebbe quindi nel portare a termine la fase di progettazione prima che i fondi finiscano. Già a bilancio, invece, sono i due livelli di progettazione, quello definitivo dalla Regione, con una spesa di un milione e 250mila euro, e quello esecutivo da parte di Anas per un milione e mezzo.
In definitiva, il percorso è ancora lungo, troppo presto per cantar vittoria. C’è però la volontà del mondo politico e amministrativo, espressosi all’unanimità a favore dell’ultima versione della variante. E c’è un Governo che raramente è stato così vicino a Verona (in termini di presenza di esponenti veronesi). Il bicchiere quindi può apparire mezzo pieno.
La principale modifica è l’allacciamento alla tangenziale Sulla Strada dell’Alpo. E in futuro con S. Massimo
L’arrivo su Strada dell’Alpo rappresenta un’assoluta novità rispetto alle soluzioni progettuali prospettate in passato. I tre tracciati precedenti – tra cui il penultimo, realizzato dal Comune di Verona nel 2016 – prevedevano lo sbocco della variante o su Strada la Rizza o nella zona della Genovesa, con nuovi svincoli sulla tangenziale sud da realizzarsi lungo via Morgagni. A poca distanza dovrebbero però sorgere anche il parcheggio scambiatore del filobus e il nuovo casello “ribaltato” dell’autostrada A4. E, proprio per l’accavallamento di queste opere, il Ministero ha caldeggiato lo studio di una quarta ipotesi (l’attuale) per non sovrapporre i differenti flussi di traffico. L’arrivo su Strada dell’Alpo, inoltre, darebbe continuità ad un’altra arteria che il Comune di Verona ha ipotizzato nel Piano degli interventi: una bretella che, proprio dallo svincolo di Alpo, collega agli svincoli della tangenziale di San Massimo, tagliando l’area della Marangona e il Quadrante Europa. Quest’ultima via, però, almeno per il momento, è destinata a rimanere sulla carta.
Numerosi i terreni attraversati. Critici residenti e agricoltori. Sboarina: «Ma va meglio per 60mila veronesi»
L’ultima versione del progetto della variante alla Statale 12 è probabilmente quella più impattante a livello di consumo di suolo. Rispetto alle soluzioni precedenti, sono più numerosi i terreni agricoli attraversati e, proprio per questo, si sono levate le critiche di residenti e agricoltori. Nel corso di un’assemblea pubblica, svoltasi alle scuole medie di Cadidavid, il sindaco di Verona Federico Sboarina e l’assessore regionale Elisa De Berti hanno però spiegato i motivi della scelta, nata soprattutto dalle indicazioni dettate dal Ministero.
Tuttavia, al di là di pochi casi, chi è apertamente contrario alla variante è chi se la vedrà passare sotto casa. E come dargli torto? A tutti costoro si è rivolto il sindaco Sboarina, assicurando l’impegno a mitigare il più possibile l’intervento. «Non prendo a cuor leggero i disagi e la drammaticità delle situazioni di chi subirà gli espropri», ha osservato il primo cittadino, ribadendo però anche la responsabilità di agire per migliorare la vita di circa 60mila cittadini di Verona sud. Rinnovano il loro totale appoggio anche le amministrazioni degli altri due Comuni che beneficerebbero maggiormente della nuova infrastruttura, Castel d’Azzano e Buttapietra. La sindaca Sara Moretto sottolinea come quella adottata fosse «l’unica soluzione possibile» per allacciarsi alla tangenziale sud senza gravare sull’area della Genovesa; mente il vicesindaco azzanese Valerio Basalico, plaudendo alla velocità con cui il Comune di Verona, in un solo anno dall’insediamento, ha trovato il bandolo della matassa, evidenzia i vantaggi per il proprio territorio: «Ben venga questo progetto – osserva – anche perché è stata inserita una rotonda in Strada la Rizza, sempre molto congestionata, ed è stata confermata la bretellina per la Zai di Castel d’Azzano, per noi indispensabile per ridurre il traffico pesante in paese».
Quattordici chilometri di percorso con cinque svincoli, ponti e sottopassi
Cartina alla mano, è facile ricostruire in dettaglio dove passa l’ultima versione del tracciato della variante alla Statale 12. Come anticipato, i quattro quinti dell’opera rimangono identici rispetto al progetto precedente, mentre cambia l’ultimo tratto, ricadente in territorio del Comune di Verona.
Quella disegnata è una strada extraurbana secondaria, larga complessivamente 10 metri e mezzo, quindi con una corsia per senso di marcia. La velocità massima di progetto è di 100 chilometri orari. La lunghezza totale è di 14 chilometri, di cui 10,5 sono rilevati rispetto al suolo, un chilometro e mezzo è in trincea, ossia scavato.
A questi si aggiungono altri 3,7 chilometri per tre differenti collegamenti: alla Zai di Castel d’Azzano, a via Vigasio e alla Strada Provinciale 51. Non ci sono incroci o interferenze con la viabilità ordinaria eccetto cinque svicoli, due agli estremi e tre intermedi.
ISOLA DELLA SCALA
La variante parte da Isola della Scala e si allaccia all’attuale Statale 12 attraverso lo svincolo di Buttapietra, nome fuorviante scelto dai progettisti, trovandosi appunto in territorio isolano. L’intersezione avviene attraverso un sottopasso e un viadotto, circa 500 metri a nord del primo svincolo della “Variante di Isola”, la circonvallazione realizzata una decina di anni fa per evitare il passaggio dal centro del paese.
Dopo l’immissione la nuova arteria disegna un’ampia curva verso sinistra per scavalcare la linea ferroviaria per Bologna grazie ad un cavalcavia.
VIGASIO E BUTTAPIETRA
La variante procede poi tagliando la campagna in direzione nord ovest, fino a raggiungere il vertice esatto dei confini di Isola della Scala, Vigasio e Buttapietra. Qui, su via Settimo, a 200 metri dall’incrocio con la Provinciale 51, sorge il secondo svincolo, quello di Vigasio, da realizzarsi a piani sfalsati. In sostanza la variante sovrappassa una rotonda in cui confluiscono sia le strade esistenti che le rampe di immissione ed emissione. Inoltre, da qui parte anche una bretellina che si estende per un chilometro verso ovest congiungendo lo svincolo direttamente alla Provinciale 51.
La nuova infrastruttura prosegue poi verso nord, tenendosi sul confine tra Vigasio e Buttapietra. Dopo circa un paio di chilometri, superata la piccola cava in cui si pratica la pesca sportiva, si trova lo svincolo di Castel d’Azzano, nel punto esatto in cui la Strada Provinciale 51a incrocia via Scopella. Anche qui l’accesso alla variante è garantito da una rotonda in cui si innestano la viabilità esistente e le rampe di entrata e uscita.
CASTEL D’AZZANO
Dallo svincolo di Castel d’Azzano la strada torna ad attraversare la campagna, questa volta verso nordest, andando ad affiancarsi alla ferrovia, senza però superarla. Il Comune di Castel d’Azzano non viene nemmeno lambito, l’arteria lo aggira da est, perché dal territorio di Buttapietra si passa direttamente a quello di Verona. Una volta a nord di Castel d’Azzano la variante si distacca dalla ferrovia, taglia l’attuale Strada Provinciale 25 davanti al cavalcavia di via Vigasio e punta a nordovest verso lo svincolo di Ca’ Brusà. Il collegamento di Castel d’Azzano con il quartiere di Sacra Famiglia è garantito da una nuova bretellina (senza interferenza con la variante) che parte da una rotatoria da realizzare verso la fine di via Scuderlando – un centinaio di metri prima dell’attuale piccola rotonda all’incrocio con via Verdi –; di lì ci si collega a via della Stazione, che grazie ad un nuovo sottopassaggio oltrepassa sia la ferrovia che la variante. E una nuova strada lunga circa 400 metri consente successivamente la svolta a sinistra per riallacciarsi a via Vigasio.
VERONA
È dallo svincolo di Ca’ Brusà che iniziano le novità rispetto ai precedenti progetti della variante. Lo svincolo viene realizzato sull’attuale incrocio tra via Ca’ Brusà e via Corte Bassa. La nuova statale qui corre in trincea e l’immissione avviene sempre a piani sfalsati. È possibile svincolare in tre direzioni: verso Strada la Rizza, verso la Genovesa e verso via Corte Bassa, che viene riqualificata, ampliata e in parte rinnovata per immettersi direttamente nella zona industriale di Castel d’Azzano, dove partono e arrivano quotidianamente tra i 200 e i 250 camion.
Mantenendosi sotto il piano della campagna (in trincea), la variante procede verso nordovest e passa sotto Strada la Rizza, con cui quindi non ci sono incroci. Su Strada la Rizza è però inserita in progetto una nuova rotonda, che va a sostituire l’attuale semaforo, causa di lunghe code soprattutto nelle ore di punta. Affiancata l’esistente cava, la variante termina su Strada dell’Alpo, in una grande rotatoria proprio all’imbocco della tangenziale sud (verso est). Una seconda rotatoria è però prevista anche in prossimità dell’altra entrata/uscita della tangenziale, per agevolare l’immissione su Strada dell’Alpo già oggi poco agevole.
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