Storie di rifugiati di ieri e di oggi
di REDAZIONE
Gli ucraini ci fanno ricordare le “nostre” bombe. I ricordi di un testimone che ha vissuto gli anni più bui dell'ultima guerra
di REDAZIONE
I primi racconti di chi è scappato dai bombardamenti russi in Ucraina e ha trovato rifugio qui in Italia, ci fanno ripiombare in un passato che credevamo sepolto: quel biennio 1944-45 in cui le bombe piovevano copiose su Verona e dintorni, distruggendo case e infrastrutture e obbligando molti veronesi a scappare nelle campagne per trovare salvezza o comunque un tetto. Ce lo racconta un testimone d’eccezione, Gianfranco Carlini, che allora aveva quindici anni: ricordi lucidissimi che ci fanno ritornare alle sirene d’allarme, alle corse nei rifugi, ai bombardamenti che lasciavano macerie e vittime. Come oggi tra Kiev e dintorni, con le stesse angosce e le divisioni tra familiari che se ne vanno e quelli che restano, magari a combattere. Una comunità coesa, quella ucraina, che nel Bresciano ha in don Yulian Skaskiv un punto di riferimento almeno per i cattolici di rito greco. Ovunque, e soprattutto in provincia, fioriscono le iniziative di solidarietà e di raccolta di beni primari da consegnare a chi arriva o da portare in Polonia, Moldavia e Romania, dove si sta concentrando il grosso dei rifugiati.
Testimonianza di allora e storie attuali su Verona Fedele del 27 marzo 2022 disponibile in edicola e in parrocchia.
(Foto bumbledee@123RF.com)