«Prepariamoci, sta arrivando uno tsunami sulla società»
Emergenza sanitaria: le Caritas parrocchiali fanno il punto in un momento difficile. Chiesa, Stato e aziende private devono fare rete
«Le Caritas parrocchiali sono il supporto qualitativo di Caritas centrale in tutto il territorio della diocesi di Verona e i volontari che ci lavorano sono il nostro motore inesauribile in contrasto alla povertà e in aiuto di chi è nel bisogno». Con queste parole mons. Gino Zampieri, direttore di Caritas diocesana veronese, ha accolto i delegati delle Caritas parrocchiali nel consueto appuntamento annuale di coordinamento. Appuntamento quest’anno ridotto nei numeri, con distanziamento e regole da rispettare, con la parrocchia del Beato Carlo Steeb a fare da padrona di casa.
«La situazione sociale non è facile – continua mons. Zampieri –, ma non dobbiamo farci prendere dallo sconforto, dalla paura di non farcela davanti alle troppe richieste o bisogni a cui siamo chiamati a rispondere. Durante il lockdown nessuno è rimasto indietro: grazie a Dio il territorio ce l’ha fatta a rispondere a tutte le esigenze. Ora dobbiamo guardare avanti, senza avere la pretesa o la preoccupazione di risolvere tutto e subito. Siamo chiamati a organizzarci per mettere in pratica opere-segno, come gli empori della solidarietà o l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo nelle parrocchie, che possano aiutare chi ha bisogno e che diano slancio al territorio. Senza affezionarci a modelli storici e usando anzi strumenti innovativi, come il report povertà o l’applicazione per smartphone Ehilapp!, siamo chiamati a rispondere alla chiamata di Gesù perché la carità sia del territorio e per il territorio della nostra diocesi».
Quindi è seguito l’accorato intervento del vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti: «Uno Stato democratico ha il dovere di monitorare e venire incontro alle esigenze della cittadinanza. Troppo spesso lo Stato democratico oltre a una certa soglia non va e purtroppo trascura i più deboli. Per fortuna c’è la Chiesa che è sempre stimolo per il sociale: questo grazie a tutti quei valori umani e cristiani tipici della nostra fede. La Chiesa quindi non si sostituisce a nessuno, nemmeno alle amministrazioni pubbliche, ma risponde semplicemente al Vangelo. “Lo avete fatto a me”, dice Gesù nel Vangelo di Matteo. La Chiesa fatta di persone – ha continuato il Vescovo – fa del bene in quanto la nostra coscienza umana e cristiana lo dice. Come cattolici ci stanno a cuore tutte le situazioni e non facciamo distinzioni davanti alla povertà».
Per mons. Zenti «lo tsunami provocato dal Coronavirus sta arrivando: la disoccupazione potrebbe da un momento all’altro mettere in grossa difficoltà la nostra società. Chiesa, Stato e aziende private sono chiamate a fare rete per aiutare il sociale. E la Caritas, con tutti i suoi volontari, i centri di ascolto, le strutture di accoglienza, gli empori, è chiamata a esserci, a portare idee per prepararsi ad andare incontro ai tanti disoccupati che a breve saranno lasciati per strada. Una società ha bisogno di essere rinvigorita dal sociale che c’è sul territorio. La Caritas oggi rappresenta l’immagine di resurrezione davanti a una prospettiva che è negativa e lascia poco margine alla speranza – ha concluso mons. Zenti –. Preti e laici insieme in aiuto ai poveri».
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