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I lavori ci sarebbero ma mancano i lavoratori

di REDAZIONE

Non solo i qualificati ma anche camerieri, autisti, commesse, cuochi: cercansi ma non trovansi. Ecco perché

Parole chiave: Lavoro (62), Post-lockdown (1), Occupazione (8), Reddito di cittadinanza (9)
Primo piano di un piatto servito da un cameriere (Foto Farhad Ibrahimzade/Unsplash)

di REDAZIONE

Il lamento è generalizzato: nel post-lockdown sono tante le aziende che non riescono a trovare personale per le loro esigenze. Non solo quello più qualificato – gli ingegneri, i chimici... – ma pure gli stagionali, gli autisti, le commesse, i baristi... Un fenomeno che colpisce soprattutto il settore turistico e quello della ristorazione. Tante le cause di una situazione quasi paradossale: le statistiche parlano di un 10% di disoccupati, la realtà racconta un’altra storia. Nel primo caso la formazione italiana snobba le qualifiche più tecniche, quelle però di cui c’è disperato bisogno. D’altra parte, le basse retribuzioni, la carenza di prospettive e la pesantezza delle mansioni scoraggiano molti italiani a fare il cameriere o il camionista. Fino a poco tempo fa ci “pensavano” gli stranieri, che però hanno difficoltà a muoversi se stagionali, ad arrivare fin qui per scelte politiche, a rimanervi in un periodo così complesso. Ci si mettano infine due scelte scellerate: un reddito di cittadinanza mal concepito che disincentiva a trovarsi un’occupazione stabile; l’addio ai voucher poi reintrodotti con modalità astruse.

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I lavori ci sarebbero ma mancano i lavoratori
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