Giorno del ricordo
Le celebrazioni commemorative dell’esodo istriano, fiumano e dalmata a Verona
“Come vorrei essere un albero, che sa dove nasce e dove morirà. È troppo tardi per ritornare ormai, nessuno più mi riconoscerà”, cantava Sergio Endrigo in 1947, ricordando in musica l’esodo istriano. Il cantautore era nato a Pola nel 1933 e nel 1947, insieme ad altri 350mila italiani, fu costretto ad abbandonare l’Istria, passata in mano jugoslava. Così si era deciso il 10 febbraio di quell’anno con i Trattati di pace di Parigi, che obbligavano l’Italia a cedere le province di Zara e Fiume e gran parte della Venezia Giulia a Tito.
Dal 2004, ogni 10 febbraio l’Italia celebra il Giorno del ricordo, allo scopo di fare memoria non solo dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, ma pure di tutte le vittime delle foibe, massacrate per mano dei titini. Una pulizia etnica a lungo confinata nell’oblio.
Anche Verona ricorda questa pagina di storia con diverse iniziative, organizzate dal Comune, dalla Prefettura e dal Comitato provinciale dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Lunedì 10 febbraio, al cimitero monumentale, è in programma una Messa alle 10.30; saranno deposte corone d’alloro davanti al monumento dedicato agli esuli e alle vittime delle foibe. Alle 20.30, al Centro culturale “6 maggio 1848” di via Mantovana, si terrà invece la conferenza “Dalle foibe all’esodo istriano: per non dimenticare”.
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