Anche il mondo delle cooperative sociali produce mascherine
Molte realtà scaligere sono all’opera fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria per sopperire alla carenza di dispositivi di protezione
Mascherine introvabili? Molte le realtà scaligere all’opera fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, per sopperire alla carenza di dispositivi di protezione dal Covid-19. Tra queste, la Cooperativa Sociale Santa Maddalena di Canossa, dove in poco più di una settimana, alla fine di marzo, un gruppo di donne impegnate nei programmi di inserimento lavorativo per soggetti svantaggiati è riuscita a realizzare complessivamente 7mila mascherine, per una produzione media di mille pezzi al giorno. Risultato accelerato dall’intervento della cooperativa sociale veronese Nadia Work e della Tappezzeria Saggioro di Bovolone.
Si tratta di presidi lavabili in puro cotone, che non sostituiscono – precisa il presidente Michele Righetti – i classici Dpi di cui al decreto legislativo 475/92, «ma per il lavoro quotidiano di medici e sanitari in particolare, che ogni giorno operano in prima linea, assistendo i malati e le persone più fragili e vulnerabili al contagio, possono costituire un temporaneo e valido ausilio. Sempre in attesa delle forniture a norma di legge». In questo momento, aggiunge Righetti, «la cooperazione si fa ancora più solidarietà».
Un contributo fondamentale quello della “Santa Maddalena di Canossa”, storicamente dedita alla valorizzazione e assistenza di famiglie, donne e minori, con attenzione particolare all’aspetto educativo, promozionale, sociale e lavorativo, «che in tal modo si conferma una realtà all’avanguardia – commenta la presidente di Federsolidarietà Verona Erica Dal Degan, tra gli attori del progetto benefico – rivelatasi ampiamente capace di reinventarsi e differenziare la propria attività in pochissimo tempo».
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