L’impegno dei cattolici in politica non è tutela di interessi... cattolici

Il 30 aprile papa Francesco in occasione dell’udienza alla Comunità di vita cristiana (Cvx) e alla Lega missionaria studenti, organismi della famiglia dei Gesuiti, ha affermato non solo che la Chiesa non è un partito e in quanto tale non compete, ma che l’impegno politico è un martirio, che i cattolici devono impegnarsi in politica e infine che non serve un partito dei cattolici...

May 7, 2015

| DI don Renzo Beghini

Il 30 aprile papa Francesco in occasione dell’udienza alla Comunità di vita cristiana (Cvx) e alla Lega missionaria studenti, organismi della famiglia dei Gesuiti, ha affermato non solo che la Chiesa non è un partito e in quanto tale non compete, ma che l’impegno politico è un martirio, che i cattolici devono impegnarsi in politica e infine che non serve un partito dei cattolici. È possibile tenere insieme questi elementi (per europei con una cultura non molto argentina)? Andiamo con ordine senza pretese, ma cercando qualche possibile punto fermo.
Papa Francesco ribadisce le parole pronunciate da san Giovanni Paolo II nel 1995 al Convegno ecclesiale di Palermo che hanno indicato con chiarezza la strada, dopo il difficile passaggio degli anni 1992-1994: “La Chiesa non deve e non intende coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito”. Si tratta dello stesso indirizzo tracciato dalla Evangelii Gaudium per cui dare priorità al tempo significa intraprendere processi più che occupare spazi… di potere (223).
Francesco ha affermato la netta distinzione tra Chiesa e partito politico ma anche l’inopportunità del “partito cattolico”. Il paradigma di una Chiesa in cerca di rappresentanza e riferimento politico che a partire dal patto Gentiloni con varie sfumature ha accompagnato le diverse stagioni dell’esperienza dei cattolici in Italia, non ha il sostegno di papa Francesco. Dobbiamo fondare un partito politico? «Questa non è la strada. La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico”. “Ma… un partito solo dei cattolici?” Non serve, e non avrà capacità di coinvolgere, perché farà quello per cui non è stato chiamato».
L’impegno dei cattolici in politica non è definito dalla rappresentanza di interessi “cattolici”. Il fine della politica non è la tutela sindacale di temi particolari. La significanza o meno dei cattolici in politica non si misura a partire dalla capacità di difendere interessi specifici. Questi parametri che da tempo hanno contrassegnato il rapporto tra cattolici e politica nel nostro Paese e ancora hanno una loro rilevanza nell’immaginario collettivo, hanno concluso il loro mandato. Ciò vale per candidati e per elettori.
Ciò non significa non essere in grado di fare una proposta organica, coerente, ispirata alla nostra storia e alla Dottrina sociale della Chiesa. Non significa abdicare all’idea che dal Vangelo e dalla Dottrina sociale possa scaturire una visione prospettica, un’idea di sviluppo economico, giustizia sociale, comunità politica insieme a una visione di bene comune. Non significa disimpegno del pensare e dell’agire. «Ma un cattolico può fare politica? – “Deve!”. Voi siete chiamati a dedicarvi al bene comune, anche mediante quel servizio alla gente che si identifica nella politica». C’è una sfida inclusiva che attende i cattolici impegnati in politica il cui punto di riferimento è il “servizio alla gente”. Questo è il banco di prova e il punto di riferimento dell’impegno politico.
Certo, fare politica non è facile. È «davvero una sorta di martirio, un lavoro “martiriale”. Perché nel mondo è difficile fare il bene senza sporcarsi un poco le mani o il cuore. È un martirio quotidiano. Fare politica è importante: la piccola politica e la grande politica».
Si può fare dell’ironia sul voto dei cattolici in politica e spesso leggendo i giornali, vien voglia di dire che “anche le pulci hanno la tosse”. Tuttavia l’immagine del mondo cattolico disegnato come “truppe cammellate” cui basta promettere il campanile e … stai sereno!, non solo non funziona ma risponde a paradigmi decisamente preistorici. Papa Francesco chiude il suo intervento con una battuta: «Non dimenticare quella parola del beato Paolo VI: la politica è una delle forme più alte della carità. Non so se ho risposto...».

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