Embolia

Non giudicare, non giudicare, non giudicare, non giudicare… Me lo ripeto come un mantra da anni, l’età mi ha regalato la consapevolezza che il mio ruolo non è quello di giudice di alcuno. Perché lo diceva già qualcuno più acuto di me, quando rammentava di prime pietre scagliate e di travi negli occhi. Aveva e ha ragione. Ma quando leggo di quel bambino di otto anni abbandonato in strada dal solito padre inesistente e da una madre che non voleva “accollarsi il fardello”, ecco che non capisco più niente.

| DI Nicola Salvagnin

Embolia
Non giudicare, non giudicare, non giudicare, non giudicare… Me lo ripeto come un mantra da anni, l’età mi ha regalato la consapevolezza che il mio ruolo non è quello di giudice di alcuno. Perché lo diceva già qualcuno più acuto di me, quando rammentava di prime pietre scagliate e di travi negli occhi. Aveva e ha ragione. Ma quando leggo di quel bambino di otto anni abbandonato in strada dal solito padre inesistente e da una madre che non voleva “accollarsi il fardello”, ecco che non capisco più niente.

Tutti i diritti riservati

!w-[42px] !h-[42px]
Sei un abbonato a Verona fedele e desideri consultare il giornale anche via web, sul tuo computer, su tablet o smartphone?
Lo puoi fare in modo rapido e gratuito. Ecco alcuni semplici passaggi per accedere alla tua edizione online e per installare l'App:

w-fullw-full