La Muletta ispira don Carlo

L’ingresso di don Dalla Verde come co-parroco della parrocchia di San Nazaro, insieme a Santa Maria in Organo e San Tomaso Cantuariense

| DI Silvia Allegri

La Muletta ispira don Carlo
Un cantiere di vita cristiana in Veronetta. Così è stata definita la parrocchia di San Nazaro, insieme a Santa Maria in Organo e San Tomaso Cantuariense, durante i saluti di benvenuto a don Carlo Dalla Verde, nella celebrazione della scorsa domenica a San Tomaso. Un appuntamento sentito e ricco di emozioni, che ha visto la presenza del vescovo di Verona Domenico Pompili a presiedere, insieme con don Romano Gaburro, parroco moderatore, e a numerosi sacerdoti concelebranti legati al territorio, come i padri comboniani, la Messa che festeggia l’arrivo del nuovo co-parroco. 38 anni, ordinato prete nel 2012 quale appartenente alla parrocchia di Caselle di Sommacampagna, don Carlo dopo l’ordinazione presbiterale è stato per un anno vicario parrocchiale di San Massimo, poi per sei anni di Isola della Scala. Insegnante di religione dal 2013 al 2017, in seguito è stato inviato per studio in Liturgia a Padova dove ha conseguito la licenza nel 2023; ora sta frequentando il ciclo di dottorato. Dal 2019 sino a pochi giorni fa è stato direttore della Casa diocesana di spiritualità “San Fidenzio”. 
Manterrà gli incarichi di referente diocesano del Servizio Liturgia; incaricato del Servizio di pastorale liturgica, musica sacra, sacramenti e formazione ai ministeri liturgici e collaboratore dell’Ufficio liturgico nazionale della Cei. Un grande bagaglio di esperienze, dunque, che saranno preziose per proseguire la sua missione pastorale in un quartiere ricco di storia e al tempo stesso complesso. Un cantiere, appunto, nel cuore di Verona, eppure al confine. Dove la sfida vera sarà quella di continuare a camminare insieme, in una costante ricerca di dialogo interculturale. E di ispirare, come ha sottolineato il vescovo Domenico, commentando il passo struggente e intenso del Vangelo di Luca, dove si narrano le derisioni e gli insulti rivolti a Gesù crocifisso, e dove risuonano le parole imploranti di uno dei due malfattori: «Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». «Un vero capo non comanda, ma ispira. Gesù, con le sue poche parole, svela la sua regalità: è il re nudo, che nonostante questo sa attrarre a sé, in virtù della sua apparente impotenza. Regnare è servire, e servire è regnare. Non si può far crescere gli altri senza perdersi, senza perdere i propri interessi. Caro don Carlo, in attesa di diventare, a giugno, unico responsabile di queste parrocchie, ti auguriamo di servire a Veronetta facendo sì che questo spicchio di bellezza e vitalità possa essere un ulteriore ambito di vita di una città come Verona, che ha in sé tante anime. Che tu possa far crescere queste tre parrocchie, ispirando e lasciandoti ispirare dal Vangelo di Gesù Cristo, il re crocifisso». 
E don Carlo, salutando al termine della celebrazione i nuovi parrocchiani e ringraziando i familiari e chi lo ha accompagnato nel suo percorso di fede, si è affidato alla sua nuova comunità, consapevole dell’importante incarico che lo attende: «Veronetta era un nome usato dai francesi per identificare in senso dispregiativo la parte di Verona a sinistra dell’Adige, dominata dagli austriaci. Potremmo dire che è un nome nato per dividere, ma che invece ha definito l’identità di questa zona della città. Una piccola Verona, bella e complessa, che oggi si racconta attraverso la sua vitalità: i negozi storici, l’università, il Teatro Romano, il Seminario, la sede dei Missionari comboniani. E le opere d’arte custodite nelle sue chiese. Mi lascio ispirare da una di esse, custodita nella chiesa di Santa Maria in Organo, che segna l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. La Muletta ci mostra Gesù che varca la soglia su un’asina, messaggera di pace. Guardo con simpatia questo animale, simbolo di mite fermezza e umiltà pacifica. Come l’asina, che ha visto con stupore stendere davanti a lei i mantelli, mi sento in imbarazzo, sapendo che qui hanno vissuto san Daniele Comboni, san Giovanni Calabria, il beato Zefirino Agostini. Ma con fiducia muovo i miei primi passi in mezzo a voi confidando nella presenza del Signore».

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