Inaugurato a Soave il nuovo oratorio Chiara Luce

Il Vescovo: «È uno spazio che ha bisogno di figure appartenenti alle diverse generazioni»

January 21, 2025

| DI Redazione Online

Inaugurato a Soave il nuovo oratorio Chiara Luce
di MARCO BOLLAL’oratorio di Soave, intitolato alla beata Chiara Luce Badano, è diventato ancora più grande: sabato scorso, infatti, è stato inaugurato il nuovo edificio che si trova vicino a quello vecchio. Dopo la benedizione del vescovo, mons. Domenico Pompili, si è proceduto col taglio del nastro alla presenza del parroco, mons. Giuseppe Andriolo; del vicario parrocchiale don Giulio Ambrosi; del direttore dei lavori, arch. Ciro Bertolazzo; nonché dei sindaci di Soave, Cazzano di Tramigna e Colognola ai Colli. Poi si è tenuto un incontro nel nuovo “Salone Don Bosco” per spiegare ai tanti fedeli accorsi ad assistere all’evento a cosa servirà l’oratorio.«Quest’opera è stata pensata in vista della trasmissione del dono della fede – ha sottolineato il parroco mons. Giuseppe Andriolo –. Una parrocchia che vuole essere moderna non può che intraprendere una via missionaria, soprattutto per quanto riguarda l’educazione di bambini, adolescenti e giovani. A noi interessa certamente “riempire” la parrocchia, nel senso che vogliamo che vengano tanti giovani a vivere una formazione integrale della proposta cristiana; ma vogliamo anche “svuotarla”, nel senso che l’oratorio non deve essere qualcosa che chiude i giovani in un recinto, bensì qualcosa che li prepari ad andare in mezzo al mondo per affrontare le sfide della società».Don Giulio Ambrosi, che si occuperà della gestione delle attività, ha illustrato che «l’oratorio è quel luogo aperto a tutti che educa alla fede attraverso una molteplicità di linguaggi: il tempo libero, il gioco, la preghiera, l’attività, la vita insieme. Ci aiuta a tenere assieme fede e vita ed è proprio per questo che il piano superiore di questa nuova casa diventerà un luogo dove adolescenti e giovani potranno vivere esperienze di vita comune, abitando insieme per un po’ di tempo. C’è bisogno di tutti: l’educazione alla fede non è affare solo dei preti, dei membri del consiglio dell’oratorio e degli animatori, ma di tutta la comunità».A concludere gli interventi è stato il Vescovo. «Il problema che abbiamo oggi – ha spiegato mons. Pompili – è che le generazioni camminano per conto proprio: i giovani da una parte, gli adulti dall’altra, gli anziani da un’altra ancora. Questo impedisce quella fondamentale cooperazione che si chiama trasmissione delle cose, dei significati che garantisce alla vita di essere un fiume che scorre e non qualcosa di stagnante. L’oratorio è uno spazio che ha bisogno di figure appartenenti alle diverse generazioni, le quali devono procedere guardandosi perché è proprio da questo sguardo reciproco che può nascere qualcosa di vitale».L’inaugurazione del nuovo oratorio è avvenuta dopo un percorso durato circa otto anni per sistemare l’ex Casa Panato, un edificio costruito due secoli fa che era stato acquistato dalla parrocchia nel 2000. L’idea di ristrutturare la casa è partita dal precedente parroco don Stefano Grisi nel 2016, poi ci sono stati vari incontri con la Sovrintendenza per arrivare ad avere un edificio che, oltre ad essere adatto all’ambiente di Soave, fosse realizzato con tecnologie innovative. «Si è cercato di progettare l’edificio in maniera innovativa dal punto di vista dello spazio, della luminosità e della disposizione degli ambienti» ha sottolineato Ciro Bertolazzo, l’architetto che ha redatto il progetto e diretto i lavori. Questo nuovo oratorio al piano terra è formato dalla cucina e dal “Salone Don Bosco” che servirà per conferenze, incontri o per mangiare insieme; al primo piano, invece, si trova “Casa Carlo Acutis”, uno spazio per condividere esperienze di vita comune. A questa parte nuova si aggiunge quella vecchia dell’oratorio formata dal campetto esterno per giocare, da un bar a cui possono accedere tutti, dal “Salone San Lorenzo” e da aule per incontri e riunioni.

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