Il silenzio, l’attenzione e anche un attimo di curiosità (non capita spesso nella vita di assistere a un rito di questo tipo) da parte dei numerosissimi fedeli presenti, il tutto sfociato in un lungo applauso finale, hanno caratterizzato la Messa presieduta dal vescovo Domenico Pompili per la dedicazione dell’altare della chiesa parrocchiale di Zevio, altare utilizzato il 18 maggio dell’anno scorso per la Messa di papa Francesco allo stadio Bentegodi durante la sua visita a Verona.
Le letture bibliche (dal libro di Giosuè alla lettera agli Ebrei) fino al Vangelo secondo Giovanni incentrato sul dialogo di Cristo con la donna samaritana hanno condotto all’essenziale omelia tutta imperniata sulla funzione dell’altare quale tramite con Dio. «Gesù Cristo tuo figlio, nel disegno mirabile del tuo amore ha dato compimento alle molteplici figure antiche, da Noè ad Abramo a Mosè, tutte coinvolte nell’unico mistero dell’altare» ha detto il presule.
Il momento clou del rito della dedicazione è stata l’unzione della mensa con il sacro Crisma (vigorosamente eseguita dal Vescovo) e la successiva posa di un braciere con sopra l’incenso, il cui odore ha immediatamente pervaso la chiesa.
L’altare con mensa dedicato lunedì (ma collocato in chiesa lo scorso mese di aprile) ha dimensioni di tre metri per un metro e mezzo, e con la mensa sono stati collocati anche l’ambone, il portacero, la sede e gli scranni, il tutto realizzato da una ditta specializzata di Soave in marmo ammonitico di Rubbio, estratto dalla cava dell’Altopiano di Asiago. Dalla venatura del marmo sono risultate due ammoniti che il costruttore ha deciso di mettere in evidenza nella sede del celebrante.
«Le ammoniti sono posizionate una in alto a sinistra della sede, l’altra sul lato sinistro esterno della sede» precisa il parroco di Zevio, don Luca Mainente.
Sul lato del celebrante dell’altare, lo stesso parroco ha fatto incidere un passaggio del discorso di papa Francesco a Verona: “Coraggio, lo Spirito Santo ci dà il coraggio di vivere la vita cristiana. E per questo, con questo coraggio cambia la nostra vita”.
«Siamo orgogliosi di avere qui, nella nostra chiesa dedicata a san Pietro Apostolo, l’altare del Papa» ha detto a margine del rito di consacrazione don Luca.
«Quando siamo venuti a conoscenza della disponibilità della Curia di Verona di assegnare l’altare ad una parrocchia, ci siamo subito mossi e abbiamo preparato, con l’apporto di due tecnici dello studio di architettura di Andrea Sasso con il quale abitualmente collaboriamo, lo studio di fattibilità e il progetto di collocazione corredato da un rendering che dimostrava l’effetto finale. Poi abbiamo portato il tutto in Curia, confidenti di aver fatto un buon lavoro. La decisione della Curia ha premiato la nostra determinazione e ha portato un elemento di arricchimento della sacralità della nostra chiesa e, più in generale, della comunità zeviana» conclude don Mainente.
La parrocchia di Zevio ha una storia che supera i 1.100 anni. In un documento del 903 sono ricordati alcuni preti qui residenti e in uno del 1135 si conosce il nome dell’arciprete di Zevio, Adelardo. Papa Eugenio III nel 1145 ricorda in un suo scritto la “plebem Gebeti cum capellis et decimis”. Il fonte battesimale antico era una vasca ottagonale liscia, di marmo rosso, forse del secolo XV, di cui una parte si trova nel cortile della canonica. Tra la fine del XV e il XVI secolo la chiesa di epoca altomedievale venne riedificata e ampliata. Nel 1590 il vescovo di Rethimno (Creta), Lelio Zanchi, su licenza del vescovo di Verona Agostino Valier, consacrò il nuovo edificio. La chiesa attuale fu costruita tra il 1836 e il 1840 su progetto dell’architetto Francesco Ronzani. Il campanile risale al 1500. Ora tra le cose preziose che caratterizzano l’edificio sacro si potrà citare anche l’altare sul quale ha celebrato la Messa papa Francesco.