Quando il paese di Alpo era solo un pascolo

Un libro illustra la storia della frazione villafranchese e della sua chiesa

| DI Nicola Cordioli

Quando il paese di Alpo era solo un pascolo
Una chiesa più nota con un altro nome, buffi nomi medievali che intersecano la storia del territorio, l’origine di alcuni toponimi e un momento poetico. È stata una presentazione appassionata e ricca di momenti quella svoltasi il 25 ottobre nella gremitissima chiesa di San Giovanni Battista di Alpo dove la parrocchia ha invitato cittadini e appassionati di storia locale alla presentazione del volume Alpo, storia di un paese e della sua chiesa.
Il corposo testo è stato realizzato da Luca Dossi, dottore in Storia medievale e specialista in ricerche d’archivio con all’attivo pubblicazioni sul territorio villafranchese, e Nedda Lonardi Sterzi, studiosa di storie su persone ed eventi legati ad Alpo e appassionata di poesie in dialetto. Proprio con la lettura di un suo componimento poetico, L’Alpo, presente a inizio pubblicazione, è iniziata la serata, dove a dialogare con gli autori Martina Burato, dell’Archivio di Stato di Verona, ha aiutato il pubblico a muoversi attraverso le pagine più significative del volume.
Nel saluto iniziale il sindaco di Villafranca Roberto Dall’Oca ha ricordato come si sia emozionato nel riconoscere una volta il piccolo centro abitato di Alpo, di cui è originario, su una delle grandi mappe nella Galleria delle Carte Geografiche ai Musei Vaticani. Il tempo e le mappe, con riferimenti a toponomastica e vari documenti e atti, sono stati i leit motiv dell’evento. Due le rappresentazioni cartografiche su cui si è concentrata l’attenzione del prof. Dossi nel racconto ai presenti: la grande carta dell’Almagià, fondamentale per conoscere il territorio veronese nel Quattrocento con una rappresentazione di strade e fortificazioni con segni convenzionali; e una carta del fondo Malaspina, risalente al 1798, più piccola ma assai dettagliata riguardo alla zona interessata.
In quest’ultima, copia di una carta del 1716, è riprodotto in modo preciso tutto il territorio di Alpo, con strade, appezzamenti di terreno e l’antica chiesetta. Qui si è scoperto che l’attuale Corte Dell’Oca prima si chiamava Corte Malaspina (dall’antica famiglia nobile che l’aveva), ma prima ancora era nota come “Corte della Santa Inquisizione”: quest’ultima aveva ben 119 possedimenti in zona!
Il prof. Dossi ha spiegato anche l’origine toponomastica di alcune località come Alpo, apparsa per la prima volta nel 1308 e che deriva dal termine altomedievale “alpagiare”, ovvero luogo di pascolo per greggi di pecore, o come Ronchi, attestata per la prima volta nel 1317 e il cui termine deriva dal fatto che era una terra messa a coltivazione e prima occupata da sterpaglie.
La storia agraria ed economica del territorio si rileva nel toponimo Dosdegà, che origina in un lascito del 1277, dove si cita “Dosso de Gaagium”, ovvero dosso naturale in prossimità di una fascia boschiva. Della chiesa di Alpo non si conosce l’anno di costruzione, ma è attestata per la prima volta in un documento del 1362; per lungo periodo la stessa sarà nota come chiesa di Dosdegà. Simpatica è stata la comparsa di nomi insoliti, come un tale Bucafrigida, presente in un atto del 1178, prima attestazione autentica di una contrada nel territorio di Alpo.
Nedda Lonardi ha riassunto le visite pastorali locali, incluse quelle del vescovo Giberti, e sui tesori della chiesa la coautrice si è soffermata su tre tele del presbiterio, di cui una donata dall’istituto Don Nicola Mazza (don Francesco Massagrande, prete dello stesso, ne ha ricostruito la sua particolare storia). Il testo finisce di raccontare Alpo con la data di consacrazione della chiesa, nella Domenica in Albis del 10 aprile 1774. 
Don Alberto Bianchi, parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Alpo, nella sua introduzione, sottolineando il testo di piacevole lettura ha spiegato che dietro si nasconde un intenso lavoro d’archivio e di ricerca. L’auspicio è di poter riprendere gli studi e arrivare a raccontare non solo fotografie del passato, ma anche persone, usanze e riti della comunità di Alpo degli ultimi secoli.

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