A Legnago fare cultura significa anche sensibilizzare le altre persone verso le malattie croniche. Tra queste la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). Secondo i dati diffusi dalle autorità sanitarie nei mesi scorsi, tale malattia neurodegenerativa ogni anno colpisce dalle 2 alle 3 persone ogni centomila abitanti in Italia. In rapporto alla popolazione della provincia di Verona, che supera i 925mila residenti, nel territorio scaligero ogni anno si registrano almeno 20 nuovi casi di Sla. A Legnago da cinque anni uno di questi pazienti, ossia l’imprenditore Pietro Lonardi (di 56 anni), ha trasformato la sua vista in una straordinaria testimonianza su questa patologia. Lonardi ha partecipato, negli anni scorsi, alle iniziative per informare e puntare l’attenzione delle persone sui disagi che la Sla provoca, ma anche per raccogliere fondi destinati alla ricerca per combattere questo male, il quale provoca uno stato di paralisi progressiva e la perdita della capacità di muoversi, alimentarsi e comunicare.
Dal 2021 al 2023, ossia solo pochi anni dopo la diagnosi della sua malattia arrivata nel 2019, Lonardi ha partecipato come testimonial alle tre edizioni di “Sla... rgine con Pietro”, una corsa lungo gli argini dell’Adige tra Legnago e i centri limitrofi organizzata dal Comune e dal maratoneta Michele Roveredo, presidente dell’Associazione sclerosi laterale amiotrofica (Asla) di Pordenone allo scopo di raccogliere fondi per ricerche contro questa malattia. Sempre da alcuni anni Lonardi comunica le varie fasi della sua malattia, intervallandole con riflessioni spirituali e di fede, scrivendo attraverso i propri profili Facebook e Instagram. Insomma Lonardi ha trasformato il suo calvario in cammino non solo di cristianità, ma anche un’iniziativa che, pur tenendo conto della gravità e dell’irreversibilità di questa malattia, vuole infondere coraggio e positività in chi legge. Il “diario” di Lonardi, ribattezzato nei mesi scorsi dallo stesso imprenditore come “Pillole di Sla”, è diventato quindi un appuntamento quotidiano non solo per il diretto interessato, ma per tanti amici, conoscenti e semplici internauti.
Un puntatore oculare, ossia un uno strumento in grado di permettere di scrivere soltanto con il movimento degli occhi su un computer o altri apparecchi elettronici, è il mezzo con cui Lonardi fa sapere al mondo cosa prova durante la malattia, ma anche i suoi pensieri e riflessioni. È circondato e assistito dai suoi familiari, a cominciare dalla moglie, Claudia Giarola, e dalle figlie Maria e Giulia, nonché da sanitari, amici e conoscenti. Basta leggere alcune delle “pillole” pubblicate da Lonardi sulla sua pagina Facebook per capire come stia vivendo la malattia, in sofferenza ma come una prova.
“Alla notte – si legge nella “Pillola di Sla” del 27 luglio scorso – appena mi sveglio gli occhi mi funzionano. Ma devo sbrigarmi a pubblicare i miei post perché le risorse di energia durano per circa un’ora e mezza. Durante questo tempo sento progressivamente consumarsi l’energia vitale e crescere il peso del corpo e delle palpebre. Fino al completo esaurimento. Fino allo sfinimento. Dopo è tutta una battaglia tra la mia volontà e il residuo di energia che rimane”. Quindi arriva la riflessione positiva: “Capire che l’energia con cui ci svegliamo pieni di forza ogni mattina e che ci fa credere di essere i padroni della nostra vita è in realtà un dono. Ogni delirio di onnipotenza si rivelerebbe per quello che è: una menzogna. Sì! Una grande menzogna”, conclude Lonardi. In un’altra annotazione l’imprenditore rivela: “Sento che questa malattia sia stata un bene, permessa da Dio per la salvezza della mia anima. E ringrazio. Nonostante la sofferenza. Nonostante sappia che adesso si farà dura”.
Legnago, la città dell’imprenditore, non si è dimenticata di Lonardi e della sua esperienza sanitaria e spirituale. Così nel pomeriggio di lunedì 29 settembre proprio Lonardi è stato il destinatario del Premio Cultura 2025, assegnato dal sindaco Paolo Longhi, dall’assessore alla Cultura Gianluca Cavedo, amico di gioventù del 56enne, e dai responsabili dell’Università del tempo libero (Utlep), capitanati dal rettore Luigi Manfrin. La consegna del riconoscimento, affidato ai familiari di Lonardi, ossia la moglie e le due figlie, è avvenuta al teatro parrocchiale Salus nel corso di una conferenza dedicata alla storia e alla solidarietà. Difatti all’incontro, in cui è intervenuto pure il parroco del Duomo legnaghese, don Maurizio Guarise, affiancato dallo storico Federico Melotto, è stata ricordata la figura di mons. Davide De Massari, parroco del Duomo nato nel 1849 a Costermano e morto nel 1925 dopo aver lasciato il segno con la sua opera pastorale nel capoluogo del Basso veronese a cavallo dei due secoli. Dopo aver ritirato il premio, Giulia Lonardi ha letto una lettera di ringraziamento indirizzato dal padre a tutti i presenti. «Quest’anno – ha concluso il sindaco Longhi – abbiamo preferito la forza della presenza alla bella penna, per il nostro piccolo premio che consegniamo ad un grande uomo».