di Francesco Oliboni È partito a fine ottobre un progetto di accoglienza a Villa Bartolomea, fortemente voluto dall’amministrazione locale, rappresentata dal sindaco Andrea Tuzza, dalla parrocchia, rappresentata da don Alessio Lucchini, e nato da un accordo sottoscritto con la Prefettura di Verona e l’associazione temporanea d’impresa formata dalla cooperativa sociale Il Samaritano di Caritas Diocesana e la onlus locale Impastarci.
«Questo centro di prima accoglienza – spiegano dal Samaritano – ospita donne e bambini, vittime di violenza e che sono fuggite per questo motivo dai loro Paesi». La struttura è l’ex abitazione delle suore che gestivano l’asilo di Spinimbecco e che ha ospitato di recente il centro di accoglienza per donne ucraine. La scorsa domenica, la comunità parrocchiale di Villa Bartolomea ha voluto festeggiare insieme alle prime signore accolte: un modo per dar loro il benvenuto e farle sentire accolte nella comunità. «La porta di ingresso della fede – dice don Matteo Malosto, direttore di Caritas Verona – è esperienza viva, è qualcuno che è vivo e che si può incontrare. Il Signore trova mille modi per arrivare alla nostra vita. Ci parla in tanti modi, uno dei quali è attraverso le persone che ci fa incontrare nel nostro cammino. A Villa Bartolomea in questi mesi si stanno accogliendo persone nuove nella comunità e si possono incontrare ogni giorno concretamente. Solo incontrandole, possiamo poi dire di conoscerle. Noi possiamo dirci grandi esperti di fede, fare catechismo, andare sempre in Chiesa, ma non aver mai incontrato veramente il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. E possiamo avere tante idee su come funziona il mondo, ma solo quando ci si incontra con le persone, è possibile sapere la realtà. Oggi a Villa Bartolomea è possibile condividere la nostra fede, che è un incontro, e ci si incontra veramente come comunità». Quindi, comunità, rete, risorse sul territorio, competenze, esperienza: è questa la ricetta che il Comune di Villa Bartolomea e Caritas hanno fortemente voluto per questa nuova accoglienza che è partita con un’importante idea di integrazione. Per essere vincente sia per la comunità che accoglie, che per le donne che stanno arrivando.