Da 50 anni per gli altri: «È semplice, basta donare un po’ di tempo»

Patrizio è il motore del circolo Noi di San Michele Biblioteca, doposcuola, soprattutto tanta socialità

August 11, 2025

| DI Redazione

Da 50 anni per gli altri: «È semplice, basta donare un po’ di tempo»
«Non scriva troppo di me, racconti piuttosto quello che facciamo qui». Patrizio Spadi, classe 1951, pensionato da 13 anni, una moglie e due figli, è il presidente del circolo Noi San Michele Aps, attivo dal 2011 all’ombra del campanile di San Michele Extra, dove raduna 200 tesserati. Si schermisce e accetta di farsi fotografare solo dopo una dolce, ma ferma insistenza. Eravamo preparati, trovandoci di fronte al “classico” esempio di volontario puro: quello che si spende per gli altri, però rifugge i riflettori. 
Lo convinciamo a raccontarci la sua storia spiegando che questa sarà la prima puntata di una nuova rubrica di Verona fedele che punta a far emergere quanto di buono c’è nella nostra realtà. Un antidoto alle cattive notizie che, ci auguriamo, possa anche avvicinare qualche nuova forza al volontariato locale. 
“Volontario, dove sei?”, c’è scritto sul depliant che illustra i tanti servizi di questo Circolo, uno degli oltre 200 associati al Noi Verona. La risposta sta in 14 voci, dal doposcuola per ragazzi alla gestione della biblioteca, dalla collaborazione con la sagra alla partecipazione al Grest parrocchiale, passando per l’organizzazione di incontri culturali e gite... Un universo ricco e pieno di vita, quanto mai prezioso, specie in tempi in cui l’individualismo porta a chiudersi in sé stessi. 
– Signor Patrizio, da quanti anni si dà da fare per gli altri?
«Bella domanda! Direi fin da quando sono bambino e ho iniziato a fare il chierichetto. Sono entrato in collegio a 9 anni a Castelfranco Veneto, poi sono stato coadiutore salesiano in una scuola a San Giorgio Maggiore (Venezia). Dopo gli studi magistrali e filosofici a Torino, negli anni ho fatto parte di diversi gruppi parrocchiali come animatore, partecipando ai gruppi adolescenti, al Grest, ai servizi parrocchiali, alla sagra, ovunque ci fosse bisogno... Per una decina d’anni ho dato una mano anche al gruppo di volontari che gestisce il Cinema Teatro Nuovo di San Michele, qui vicino, di cui è referente mio fratello Ermanno. Ho sempre voluto stare insieme alla gente e ora che sono in pensione, dopo aver lavorato per trent’anni per un’azienda che fa casseforti e negli ultimi 7 anni per una ditta di autotrasporti, posso farlo di più». 
– Sua moglie Lucia la vede poco a casa...
«Ah sì, sono sempre qua. Ma ci vediamo al Circolo, perché ora che è andata in pensione è diventata volontaria anche lei! Siamo sposati dal 1982, ci siamo conosciuti qui alla corale».
– Questo Circolo è la sua seconda residenza, par di capire.
«Abito vicino alla Casa circondariale di Montorio; in cinque minuti in bicicletta arrivo qui. Nel tragitto non sa quante persone mi fermano per strada, per una parola di saluto o di conforto. La nostra è una parrocchia di cinquemila anime, che conta molti anziani. Non è facile, ma cerchiamo di portarli fuori casa, li invitiamo a fermarsi al Circolo per un caffè: c’è tanta solitudine in giro».
– Un antidoto è pure la biblioteca che avete aperto 11 anni fa...
«Sì, è nata da un gruppo di volontarie che si trovavano la domenica pomeriggio per bere un tè e discutere di un libro, una sorta di club letterario. Oggi sono una quindicina le volontarie che seguono gli scaffali, su cui ci sono tremila volumi. I prestiti avvengono la domenica mattina, dalle 9 alle 12.30; riceviamo anche donazioni di libri e gli eventuali doppioni li regaliamo alle strutture sanitarie».
– Cosa serve per diventare volontari? 
«È qualcosa alla portata di tutti, basta regalare un po’ del proprio tempo... Noi ne cerchiamo sempre di nuovi. Trovarli è difficile, perché è sempre più raro che le persone si impegnino in modo costante e duraturo. Il volontariato, visto da me che lo faccio da oltre cinquant’anni, è in crisi almeno da venti».
– Come si può invertire questa tendenza, se si può?
«Ci piacerebbe che sempre più persone capissero l’importanza dello stare insieme e del darsi da fare per gli altri con gratuità. In ogni occasione cerchiamo di valorizzare questo impegno, ringraziando chi si presta a fare servizio; poi quando incontro qualcuno, per esempio per il rinnovo del direttivo del Circolo, bonariamente insisto: “Se muoio, almeno ci sei tu!”».  
– Lei è stato anche l’ideatore del doposcuola, che si tiene in questi spazi da 13 anni. Com’è nata l’idea?
«Per tenere agganciati i giovani alla parrocchia, che dev’essere uno spazio vivo, altrimenti sono muri e basta. Oggi abbiamo 32 iscritti, tutti frequentanti le scuole medie, di 9 nazionalità: africana, russa, ucraina, romena, cinese, indiana, srilankese, messicana e marocchina, oltre a quella italiana. Insieme a una decina di volontarie, molte delle quali ex insegnanti, li accogliamo nelle sale del Circolo ogni martedì e giovedì pomeriggio. Dalle 15.30 alle 16.30 si fanno i compiti, poi viene offerta la merenda; quindi si prosegue con i compiti oppure si va a giocare nel grande salone attiguo, fino alle 18.30. In sinergia con l’Istituto comprensivo Madonna di Campagna e San Michele offriamo supporto gratuito per i compiti e per impostare il metodo di studio; insegniamo il rispetto per gli altri e preveniamo l’esclusione sociale».
– Lei crede molto nei giovani.
«Bisogna rischiare con i ragazzi: noi adulti dobbiamo crederci e qualche volta essere disponibili a rimetterci. Di base dobbiamo esserci per loro, non sottrarci al nostro ruolo educativo. È lo stesso concetto che sottolineo quando prepariamo il Grest con i volontari, lasciandolo in mano agli animatori diciottenni della parrocchia. “Noi interveniamo se ci chiamate, ma dovete prendere le vostre decisioni e assumervi le responsabilità”, diciamo loro. Il futuro è lì». 
Per contattare il Circolo Noi San Michele c’è un numero dedicato: 375.5177090. Se vi risponde una voce maschile, saprete di chi è.
L'attività di doposcuola al Circolo
L'attività di doposcuola al Circolo

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