Il giorno ormai declinava verso il tramonto. Un angelo, che cantava “Beati mundo corde” (“Beati i puri di cuore”), ingiunge a Dante di lasciarsi immergere nel fuoco, come condizione per procedere oltre, in segno di purificazione, come l’oro nel crogiolo. Al timore di Dante risponde Virgilio ricordandogli che quel fuoco non lo avrebbe bruciato e, in secondo luogo, che, se voleva incontrare Beatrice, doveva passare da quell’ostacolo. Buttatosi nel fuoco ne sperimenta l’ardore a tal punto che se fosse stato immerso in una massa di vetro fuso gli sarebbe sembrato un refrigerio. Appena uscito dal fuoco, Dante con i poeti si trova proprio sul passaggio che gli consente di salire, incassato nella roccia. Ormai è buio. I tre (Dante, Virgilio e Stazio) si adagiano e si addormentano ciascuno su uno scalino. Prima dell’alba Dante sogna una donna, giovane e bella, Lia, che sta raccogliendo fiori. Con i primi raggi del sole scompare il sogno. Dante vede i poeti già pronti per salire la scala. Si alza. Virgilio lo incoraggia a proseguire fino a raggiungere il Paradiso terrestre, il luogo della felicità primordiale. Dante sale spedito. Giunti all’ultimo gradino, ecco il commiato di Virgilio da Dante: grazie al mio aiuto, finalmente hai raggiunto la libertà interiore: “libero, diritto e sano è tuo arbitrio”. Di conseguenza, Virgilio dichiara Dante ormai re e sacerdote nei confronti di sé stesso: “per ch’io te sovra te corono e mitrio” (Purgatorio XXVII,140.142). Virgilio esorta Dante ad attendere Beatrice, seduto sul prato coperto di erba e di fiori. E lui si ritira, tornando nel suo Limbo. La ragione ha portato a compimento la sua funzione di guida. Subentra la teologia, con Beatrice. 
I messaggi per l’Anno giubilare. Anzitutto, per accedere alla condizione di Paradiso è necessario liberarsi dai condizionamenti del sistema del peccato (Inferno) ed estirpare le radici bacate dei vizi capitali, che inclinano la volontà verso il male (Purgatorio). In secondo luogo: il paradiso terrestre, raggiunto da Dante dopo l’esperienza dell’Inferno e del Purgatorio, non è l’ultima tappa per l’uomo chiamato com’è ad abitare il mondo dei risorti, nel Paradiso, dove sperimenterà l’assoluto di beatitudine. Infine, Dante ricorda la funzione pedagogica dei genitori e dei maestri, come autorevoli compagni di viaggio, con l’umiltà di ritirarsi in disparte, dietro le quinte, una volta portata a compimento. Anche questo è atto di amore autentico.

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