Adrenalina pura! Non una citazione per aggiungere un nuovo meme alla lunga lista di quelli creati su Corona, ma per descrivere l’ultimo film di Joseph Kosinski. Dopo aver dato prova della sua abilità nel portare sul grande schermo la tensione con il suo film Top Gun: Maverick (2022), in F1 – Il film il regista statunitense aggiunge una specie di riflessione sulla velocità attraverso le immagini e i personaggi. A scanso di equivoci, non è che abbia prodotto un film d’essai, ma comunque fornisce agli spettatori alcuni interessanti spunti. Si può quasi considerare una storia di formazione che vede a confronto due generazioni non troppo lontane dal punto di vista anagrafico, ma assolutamente diverse per quel che riguarda la mentalità. Protagonista è Sonny Hayes (un bravissimo Brad Pitt): promessa esordiente della Formula 1 negli anni ’90, a causa di un incidente si trova costretto a ritirarsi e reinventarsi. Non riuscendo a rinunciare alle automobili, si sposta continuamente con il suo van per concorrere nelle gare più disparate in giro per gli Stati Uniti. Arriva a trovarlo un amico di trent’anni prima: Ruben Cervantes (Javier Bardem). Gli propone di tornare a correre nella Formula 1 per la sua squadra. Il mondiale è a metà, ma non è riuscito a realizzare nemmeno un punto in classifica. Primo pilota è Joshua Pearce (Damson Idris), giovane e ambizioso, molto determinato… e anche un po’ vanitoso. La diversità di carattere, di obiettivi e di motivazioni dei due porta, naturalmente, a diversi scontri anche in pista. Ma a un certo punto le cose cambiano.
Su questa trama, neanche particolarmente complessa, viene costruito uno spettacolo a dir poco grandioso. La velocità, che tra le righe è la vera protagonista del lungometraggio, si riesce a percepire restando comodamente seduti in poltrona: le gare, sia per le inquadrature a dir poco temerarie che per il montaggio magistrale di Stephen Mirrione, lasciano con il fiato sospeso dall’inizio alla fine; i personaggi riescono a trasmettere anche a parole le sensazioni vissute nell’abitacolo mentre si percorre la pista a più di 300 km/h. La colonna sonora di Hans Zimmer, probabilmente, non ha bisogno di grandi commenti, considerati i livelli di eccellenza che ormai lo contraddistinguono nella musica per film. Tra una corsa e l’altra trovano spazio, naturalmente, storie d’amore e di redenzione personale.
Se per la storia e il protagonista può sembrare un film hollywoodiano stile anni 2000 o giù di lì, c’è da dire che comunque si tratta di una bella e molto ben riuscita americanata in grande stile.