Visita dalla Palestina cristiana i 30 ragazzi che come noi...

Vengono dalla più grossa parrocchia in un territorio difficile per molti versi

June 24, 2025

| DI Redazione Online

Visita dalla Palestina cristiana i 30 ragazzi che come noi...
di Nicola Salvagnin
Guardate la foto in alto. Un gruppo di bei ragazzi (con la divisa da scout), che viene da uno dei posti più problematici della Terra: la Cisgiordania, o West Bank, insomma quella fetta di Palestina abitata appunto dai palestinesi, tra il Giordano e il Mediterraneo. Più precisamente da Zababdeh, un villaggio a pochi chilometri da Jenin che ha una particolarità: 3.500 dei suoi 5mila abitanti sono cristiani! Compresi appunto questi ragazzi che il parroco locale, padre Elias Tabban, è riuscito a portare qui in Italia grazie anche al sostegno della Chiesa di Verona e, in particolare, di mons. Martino Signoretto.Una trentina di persone in tutto, arrivate in Italia via Amman, Giordania, dopo un lavoro di preparazione del viaggio durato “solo” sei mesi. Già, perché appunto è questo il grande problema che questa gente vive tutti i santi giorni: la loro terra è “blindata” dai soldati israeliani, che impongono barriere e check point ad ogni piè sospinto, costringendo un banale viaggio di un’ora per recuperare i visti di uscita, in un’odissea di sei ore. Tanto per dire. E non c’è solo la spietatezza dell’esercito israeliano di Tsahal: «Noi siamo arabi per gli israeliani; cattolici per i palestinesi musulmani», spiega sinteticamente padre Elias, che pure nel suo villaggio convive tranquillamente con gli altri residenti di diversa fede. Lì c’è la più grande scuola cattolica della Terra Santa, 1.100 studenti di cui 300 di fede islamica. D’altronde Zababdeh è la più nutrita parrocchia della West Bank, laddove la presenza cristiana è sì variegata (ci sono anche anglicani, melchiti, greco-ortodossi), ma sempre più rarefatta: una via di un villaggio, qualche famiglia in un altro. Tutti a subire una situazione che, dall’ottobre 2023 dopo l’attacco di Hamas, è diventata difficilissima: controlli asfissianti, visti lavorativi per Israele negati a migliaia di palestinesi, negozi e attività commerciali ridotte o chiuse per mancanza di turisti, e di clienti.  Quindi serve un aiuto, che la Chiesa di Verona fornisce ad esempio pagando borse di studio per gli studenti della scuola cattolica: con 600 euro all’anno si garantisce un anno di istruzione. Un gruppo di pellegrini veronesi nei mesi scorsi è appunto andato a visitare questo villaggio fuori dai tradizionali percorsi turistici: «Era 14 anni che nessun cristiano veniva a trovarci», racconta un combattivo padre Elias, una forza della natura che ha portato qui i suoi boy scout a visitare Roma, Venezia, Verona prima di tornare a casa con un lungo giro dell’oca.A casa li attendono delicati equilibri di convivenza con la parte musulmana e con le frange più disperate dei palestinesi che dai campi profughi di Jenin vengono dislocati nei territori circostanti; dall’altra con soldati e coloni israeliani che ormai mirano chiaramente ad un obiettivo: via i palestinesi dalla “loro” terra. Già. E lasciando pur stare che stiamo parlando di esseri umani nati e cresciuti qui, e non di pacchi postali: dove vorrebbero mandare alcuni milioni di individui? Boh, Gaza è il laboratorio di questa malsana idea. Nel frattempo sembra ormai naufragata l’ipotesi dei “due popoli, due Stati” che poteva essere l’unica soluzione di convivenza tra persone civili. Adesso è tutto in mano ai violenti e intolleranti. Nella terra che Gesù attraversò in lungo e in largo.

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