Un fiocchetto lilla per ricordare i nefasti disturbi alimentari
È indetta la Giornata nazionale del fiocchetto lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, per il giorno 15 marzo di ogni anno
“È indetta la Giornata nazionale del fiocchetto lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, per il giorno 15 marzo di ogni anno. In tale giornata le amministrazioni pubbliche, anche in coordinamento con tutti gli enti e gli organismi interessati, promuovono l’attenzione e l’informazione sul tema dei disturbi del comportamento alimentare, nell’ambito delle rispettive competenze e attraverso idonee iniziative di comunicazione e sensibilizzazione”. Così recita la Direttiva emanata martedì 8 maggio 2018 dall’allora presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni, pur già dimissionario dato il termine della legislatura e le conseguenti elezioni. Questo riconoscimento istituzionale, sostenuto da politici dell’intero arco parlamentare, è giunto dopo alcuni anni in cui la Giornata veniva vissuta con diffusione sempre più ampia in Italia e con la spinta di una grande petizione popolare. A muovere i primi passi fu il ligure Stefano Tavilla, padre di Giulia, morta il 15 marzo 2011 a causa della bulimia, pochi giorni prima di poter essere accolta in un centro specializzato. Subito dopo il doloroso addio, organizzò una corsa sportiva per famiglie e il 2 agosto fondò l’Associazione “Mi Nutro di Vita” spinto da questo pensiero: «Non può, non deve capitare ad altri. La morte di mia figlia deve servire a tutte le persone e le famiglie che vivono un dramma di questo genere. Il dramma di vedere chi ami che piano piano si spegne, non ride più, non mangia o vomita. Non accetta di farsi curare e a te resta la sensazione di non aver fatto abbastanza. Lei non ce l’ha fatta, ma non ci devono essere altri figli che muoiono quando potevano essere salvati». Dal 2012 ogni 15 marzo è una Giornata dedicata ai drammi legati ai disturbi del comportamento alimentare (Dca), non come accusa o giudizio, ma per sensibilizzare l’opinione pubblica e offrire speranza a coloro che stanno lottando. In Italia si contano 3 milioni di persone (soprattutto adolescenti di cui 95,9% donne) coinvolte nei tanti campi di battaglia, in particolare anoressia, bulimia, obesità, binge eating (alimentazione incontrollata) e molti altri disturbi con sindromi parziali o difficilmente inquadrabili nelle categorie (raggruppati nell’acronimo Ednos). Oltre alle conseguenze negative sul corpo, si verificano solitamente effetti rilevanti da un punto di vista psichiatrico e sociale, con gravi danni anche a tutta la comunità. Il desiderio è che, sotto l’insegna del fiocchetto lilla, siano annualmente organizzati convegni, presentazioni di libri, banchetti informativi, decorazioni di monumenti, soprattutto per ricordare che si tratta di persone (con i loro diritti e i loro desideri) e che la guarigione non è un’illusione. Si calcola, infatti, che nel 60-70% dei casi se ne può uscire, se le persone che condividono gli ambienti lavorativi e sociali hanno custodito sguardo sull’altro, attenzione ai particolari, tempestività nell’accorgersi, forza nel prodigarsi per attivare percorsi riabilitativi.
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