Per una buona pizza è sempre il momento giusto ma il 17 gennaio lo è ancora di più
«Cosa mangiamo all’ultimo dell’anno?». Anche stavolta, con i miei amici, la solita domanda di inizio dicembre e, a seguire, le proposte più diversificate: cotechino e lenticchie per rispettare la tradizione (e sperare nei soldi); pesce per vedere i progressi fatti da qualcuno ai fornelli; meglio la carne per altri. Settimane di discussione per poi scegliere la pizza, come ogni anno!
«Cosa mangiamo all’ultimo dell’anno?». Anche stavolta, con i miei amici, la solita domanda di inizio dicembre e, a seguire, le proposte più diversificate: cotechino e lenticchie per rispettare la tradizione (e sperare nei soldi); pesce per vedere i progressi fatti da qualcuno ai fornelli; meglio la carne per altri. Settimane di discussione per poi scegliere la pizza, come ogni anno!
«Teniamo le altre idee per l’Epifania», ci ripetiamo. E immancabilmente anche il 6 gennaio: pizza. Come sarà a Carnevale perché così siamo più tranquilli, a Pasquetta perché non si fa in tempo a pensare un’alternativa, a Ferragosto perché c’è troppo caldo per cucinare, ai Santi per cambiare un po’.
La pizza è come un diamante: è per sempre! E non siamo solo noi amici a vederla così, se è vero che solo in Italia ogni anno si sfornano 3 miliardi di pizze per un fatturato di 15 miliardi di euro. Ciascun italiano ne mangia 7,6 chili all’anno, mediamente il doppio degli altri europei, ma ben lontano dai 13 chili degli americani. L’Unesco ne ha fatto patrimonio dell’umanità e questo ci giustifica anche davanti alle proteste della bilancia.
Tra le date “comandate” per mangiare la pizza, con gli amici, dovremmo aggiungere anche il 17 gennaio: è la Giornata mondiale dei pizzaioli e della pizza. Sono previste iniziative in tutto il mondo per rendere omaggio a questo cibo, pure nelle versioni più fantasiose.
La pizza attraversa oggi tutto il pianeta, ma ha anche attraversato tutte le epoche. La prima attestazione dell’uso di questa parola risale al 997 d.C. nei pressi di Gaeta. Ben prima, però, in tutte le regioni del bacino mediterraneo si mangiavano focacce schiacciate impastate con lo strutto e condite con formaggio, basilico e a volte con gli scarti di altri pasti. Un piatto molto povero e che per secoli è stato preparato in casa o venduto nelle bancarelle in strada: solo nel 1830 nascerà la prima pizzeria.
Altra data storica importante è il 1889, quando il cuoco napoletano Raffaele Esposito, convocato nella residenza estiva della famiglia reale a Capodimonte, creò la pizza Margherita: pomodoro, mozzarella e basilico, per avere un tricolore e onorare l’Italia e la regina Margherita di Savoia.
A proposito di date, la scelta del 17 gennaio per questa Giornata non è casuale: è il giorno di sant’Antonio Abate, protettore – tra l’altro – del fuoco, dei fornai e dei pizzaioli. Pare che in questo giorno, negli anni passati, le famiglie dei pizzaioli di Napoli chiudessero le loro pizzerie e si radunassero tutte assieme per accendere un fuoco di ringraziamento al Santo. Secondo gli esperti, è necessario fare attenzione a quando si sogna la pizza: in base a diverse variabili si possono individuare alcuni numeri da giocare al lotto o interpretare vari significati tra cui il desiderio di relazioni più profonde e di maggiore condivisione. Insomma, di essere – finalmente – più umani. Sogno che una pizza (vera) in compagnia aiuta a realizzare. E allora possiamo dire: finché c’è pizza, c’è speranza.
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