La seconda olimpiade più antica del mondo è quella di Gengis Khan
Si svolge da più di 3mila anni in Mongolia con giochi e combattimenti
Lunedì 11 luglio in Mongolia sarà la giornata di apertura dell’edizione 2022 della tradizionale festività locale Naadam, in concomitanza con le vacanze di mezza estate. Considerata la seconda olimpiade più antica del mondo, dato che si svolge da oltre 3mila anni, ha nel suo nome completo in lingua locale il significato di “Tre giochi da uomini”. Il più importante è sicuramente il khapsagay, una lotta libera tradizionale mongola, molto brutale e senza compromessi: da alcuni avvicinata al wrestling occidentale, non ha regole precise né categorie in cui suddividere gli abituali cinquecento partecipanti, esclusivamente maschi; proprio per questa consuetudine, difficilmente un lottatore mongolo accetta di partecipare ai combattimenti basati su regole internazionali, che dal loro punto di vista li rendono troppo lenti e blandi. Di grande spettacolarità è la gara di tiro con l’arco (che viene svolta sia a piedi che a cavallo) a cui sono ammesse anche donne adulte. Terzo gioco è la gara ippica, secondo una modalità tradizionale che la rende molto affascinante: a questa possono partecipare anche le ragazze. La manifestazione principale si svolge attualmente nel grande stadio di Ulaanbataar, capitale della Mongolia, famosa per i suoi tanti tesori dell’arte buddista e mongola, dove al momento vive circa metà della popolazione. Gli appassionati sostengono, però, che per entrare realmente nello spirito dei Naadam bisognerebbe scegliere uno dei tanti piccoli contesti locali, a contatto con gli abitanti delle steppe, che spesso si sostengono con l’agricoltura o sono nomadi che si spostano a cavallo, cacciano le aquile, abitano la tipica yurta (o ger). L’importanza di questo appuntamento è accresciuta nel tempo, soprattutto perché è diventata occasione per festeggiare due capisaldi della popolazione mongola. Il primo è Gengis Khan (1162-1227), creatore dell’Impero mongolo che sotto di lui arrivò ad estendersi dal nord della Cina fino al nord-est della Persia, per poi diventare con i successori il più grande della storia umana. In Mongolia è visto come il padre della patria e vengono celebrate le sue imprese militari, l’impegno nella diffusione della cultura, la scelta dei collaboratori in base alla meritocrazia, la tolleranza religiosa, nonostante gli storici moderni dicano che il suo potere fosse basato su stermini di massa e uso politico della carestia, che procurò un drastico calo della popolazione. Il secondo motivo particolare di festeggiamenti durante i Naadam, e in particolare nella giornata inaugurale, è l’anniversario della rivoluzione mongola (1921), che pose fine all’occupazione militare cinese, che durò circa due anni. In generale, quindi, i “Tre giochi da uomini” sono un grande momento di esposizione per una popolazione che è conosciuta per il suo carattere gentile, ma anche per la sua fierezza. Con una certezza legata alla Mongolia, che ci viene da un proverbio locale: “È meglio averla vista una volta, che averne sentito parlare mille volte”.
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