Una famiglia in un contesto mafioso
La mafia uccide solo d’estate capitolo 2 intende bissare il successo televisivo dell’inverno di due anni fa. Questa fiction nata dalla costola di un film omonimo del 2013 è sempre affidata alla sceneggiatura di Pier Francesco Diliberto, in arte Pif, che ne è anche la coinvolgente e ottima voce narrante...
La mafia uccide solo d’estate capitolo 2 intende bissare il successo televisivo dell’inverno di due anni fa. Questa fiction nata dalla costola di un film omonimo del 2013 è sempre affidata alla sceneggiatura di Pier Francesco Diliberto, in arte Pif, che ne è anche la coinvolgente e ottima voce narrante. Egli, infatti, da fuori campo racconta in prima persona ciò che pensa il figlio del protagonista Lorenzo Giammaresi che presenta con le vicende della sua famiglia anche quanto avvenne a Palermo agli inizi degli anni ’80. La famiglia al centro della trama, infatti, vive ai margini di profondi sconvolgimenti dovuti alle continue azioni delittuose della mafia e con orgoglio vuole proclamare la propria ostilità all’organizzazione malavitosa. Ma i confini tra legalità e ingiustizia non sono così netti. La stessa signora Giammaresi riesce a ottenere un posto fisso come docente grazie alla raccomandazione di un noto boss locale. Inoltre la vicenda dell’aborto della figlia ancora minorenne e le marachelle del secondogenito minano sempre più i rapporti di coppia dei protagonisti. Si tratta quindi di una commedia a sfondo drammatico. Se, infatti, non mancano gag buffe o situazioni esilaranti, il contesto narrativo ha uno sfondo tremendamente serio.
Il titolo di questa produzione si rifà a un dialogo tra un piccolo che ha paura di essere ucciso dalla mafia e la rassicurazione del padre che gli ricorda che i clan uccidono soltanto d’estate, anche se tale assioma viene apertamente sconfessato dall’assassinio di Piersanti Mattarella che, invece, venne giustiziato il giorno dell’Epifania. Collateralmente a questo anche la Chiesa è mostrata alquanto collusa con i potenti di turno che hanno bisogno di questa copertura ammantata di devozione per giustificare o coprire i propri misfatti.
Claudio Gioè e Anna Foglietta sono credibili nei loro ruoli e interpretano bene il travaglio di un uomo integerrimo e il desiderio di riscatto di una donna cui vanno stretti i cliché della Sicilia di trent’anni fa. Sentendosi non capito dalla moglie, Lorenzo Giammaresi si lascia tentare nella fedeltà coniugale da una sua giovane collega con la quale condivide i più nobili sentimenti di rettitudine morale e onestà. Il pubblico da casa gradisce sempre di più questa serie che è arrivata a oltre il 16% di share con circa 3,5 milioni di spettatori. Ne mancano però ancora un po’ per eguagliare i 5 milioni raggiunti con la prima serie.
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