Spiato in tv
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Squallidi programmi per adolescenti

Il tasto numero 8 del telecomando è probabilmente premuto soprattutto dagli adolescenti alla ricerca su Mtv di programmi a loro dedicati. In realtà, guardando Virgin territory ci s’imbatte in una programmazione dalle tinte troppo forti per una persona ancora in formazione. Ai prevedibili racconti dei primi amori o all’ascolto di musica di tendenza sono mescolate serie televisive e reality, spesso di produzione statunitense, all’insegna dell’assoluta superficialità...

Parole chiave: Virgin territory (1)
Squallidi programmi per adolescenti

Il tasto numero 8 del telecomando è probabilmente premuto soprattutto dagli adolescenti alla ricerca su Mtv di programmi a loro dedicati. In realtà, guardando Virgin territory ci s’imbatte in una programmazione dalle tinte troppo forti per una persona ancora in formazione. Ai prevedibili racconti dei primi amori o all’ascolto di musica di tendenza sono mescolate serie televisive e reality, spesso di produzione statunitense, all’insegna dell’assoluta superficialità. Con estrema disinvoltura si affrontano temi delicati e legati alla sfera della sessualità senza un minimo di riflessione o di confronto. Il tema, ad esempio, delle gravidanze precoci trova in 16 anni e incinta una trasmissione in cui non compare minimamente l’interrogativo su quali siano le motivazioni di tale fatto. Per chi non è transitato, comunque, da questa situazione ecco allora il racconto di quindici giovani che vanno sul piccolo schermo a chiedere aiuto perché non hanno ancora perduto la verginità. E la televisione, da matrigna premurosa, subito arriva in loro soccorso con l’intento di toglierli in fretta dall’imbarazzo di essere considerati inadeguati o complessati. Naturalmente, con il supporto del gruppo di amici che fa il tifo per lui, il protagonista deve rispettare l’unica regola di non contrarre malattie veneree.
I ragazzi appaiono grotteschi stereotipi di giovani insicuri di se stessi, privi di autostima, che non di rado si considerano costretti moralmente a rispettare un’educazione religiosa di cui non vedono l’ora di sbarazzarsi. La ricerca per scrollarsi di dosso quello che avvertono come un peso inaccettabile è all’insegna dello squallore sentimentale, anche se tutto è permeato d’improbabile tenerezza. Quando la “vergogna” di essere considerati retrogradi è quindi tolta, tutto finalmente sembra andare a gonfie vele. Anche le relazioni di tipo omosessuale entrano a buon diritto nel programma come segno di perfetta tolleranza ed eguaglianza. Dopo quasi un’ora di visione di questo docu-reality, continuamente inframmezzato da slogan, tipo fumetto d’avventura, il sentimento che si prova, oltre alla stanchezza e alla noia, è una sconfinata pietà verso questi poveri malcapitati. La distanza con i pochi, in realtà, ma ben motivati giovani che invece scelgono la verginità come virtù da coltivare è incolmabile. Impresa ardua quella della castità in vista del matrimonio o come scelta di vita, ma segno di un’esistenza realizzata rispetto alla tristezza di queste storie dal gusto frastornante dell’effimero. I giovani di Mtv non perdono, purtroppo, solo la verginità ma anche il sorriso.

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