La vera magia sarebbe quella di incrementare gli spettatori
Tra i numerosi reality e talent show che compongono il palinsesto di questo periodo si è affacciato recentemente Voglio essere un mago!, ennesimo programma che intende mostrare ai telespettatori come si vive in una fantomatica scuola per adolescenti e giovani che desiderano prepararsi a quello che potrebbe diventare il loro futuro.
Tra i numerosi reality e talent show che compongono il palinsesto di questo periodo si è affacciato recentemente Voglio essere un mago!, ennesimo programma che intende mostrare ai telespettatori come si vive in una fantomatica scuola per adolescenti e giovani che desiderano prepararsi a quello che potrebbe diventare il loro futuro. A metà strada tra Amici e Il Collegio, ecco dunque soggiornare in un castello situato nell’Appennino bolognese e che pare da fiaba, dodici studenti divisi in tre squadre pronti a dedicarsi allo studio approfondito di cartomagia, illusioni e mentalismo sotto la guida di quattro giovani insegnanti. A capo di questa speciale istituzione, nata a uso esclusivo delle telecamere, Raul Cremona, noto comico ma soprattutto, in questo frangente, abile mago. Voce fuori campo è l’intramontabile Silvan, ormai ottantenne, ma sempre identico a se stesso che con le sue tre parole magiche “Sim sala bim”, che spiega come voce narrante della trasmissione quanto i registi e gli autori propongono con un abile lavoro di montaggio per raccontare quanto è avvenuto durante la settimana.
Davanti a trasmissioni del genere resta sempre difficile stabilire se quanto viene proposto ai telespettatori sia effettivamente raccolto in presa diretta o possa, invece, costituire una piccola messa in scena per rendere più gradevole il programma. A suscitare un grande interesse, più che capire come gli studenti riescono ad apprendere le arti magiche sono, invece, i rapporti interpersonali, le amicizie, gli amori dei protagonisti che con le loro divise impeccabili, che richiamano la saga di Harry Potter, cercano di difendere i colori delle proprie squadre: Volpe rossa, Piume d’oro e Abisso blu. La giovane età degli sfidanti dorerebbe richiamare l’attenzione del pubblico più giovane che da vicino conosce le dinamiche aggregative ben presenti in questa singolare scuola. Il 2% di share raggiunto nelle puntate serali ha indotto a spostare il programma nel palinsesto pomeridiano, ma i primi risultati non sono stati migliori. La trasmissione, inquadrabile nella categoria dei docu-reality, segna inesorabilmente il passo, testimoniando che questo genere di arte non convince i pochi adolescenti che ancora oggi guardano la televisione, essendo i più attirati da quanto offrono i social media o la rete internet. La magia di far crescere gli ascolti probabilmente risulta troppo impegnativa non solo per questi aspiranti professionisti ma anche per i loro illustri docenti.
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