La mistica al servizio della storia di Giorgio La Pira
Marcello Badalamenti – Renata Castellani
La mistica al servizio della storia.
Giorgio La Pira cristiano e mistico
Aracne - pagg. 442 - 25 euro
L’editrice Aracne ha in catalogo una bella collana dal titolo “I sentieri dell’interiorità”, che reca come sottotitolo “Approcci interculturali e interdisciplinari all’esperienza di Dio”: si tratta di una serie di testi incentrati sulla spiritualità intesa come ponte per creare un dialogo tra le diverse culture.
Fra queste opere ha visto di recente la luce un corposo volume scritto dal francescano Marcello Badalamenti, dottore in Teologia morale, e dalla veronese Renata Castellani, specializzata in Mediazione familiare sistemica. Il saggio è dedicato alla figura di Giorgio La Pira (1904-1977), noto a molti come “il sindaco santo”, della cui personalità viene illustrata in particolare la dimensione mistica (ricordiamo che è in corso il processo per la sua beatificazione), profondamente collegata con le vicende storiche e civili che lo videro protagonista: il professore siciliano fu il primo cittadino di Firenze dal 1951 al 1957 e dal 1961 al 1964.
Nella presentazione, il card. Giovanni Coppa traccia un’acuta sintesi non solo del testo, ma dell’intera personalità di La Pira, scrivendo fra l’altro: “L’opera segue, con ricchezza di dati biografici, di riferimenti agli scritti del Professore e di citazioni di autori scelti dalla sua immensa bibliografia, il cammino da lui compiuto come uomo totalmente afferrato da Dio, di cristiano innamorato di Cristo e della Chiesa come laico consacrato, di mistico immerso in una continua docilità all’azione dello Spirito, nella tensione costante di riversarne gli influssi determinanti sui problemi e i drammi della storia nazionale e internazionale”. Nell’Introduzione, gli autori affermano di voler presentare gli scritti lapiriani concentrando l’attenzione soprattutto su ciò che essi vivamente testimoniano. Infatti, in La Pira, cristianesimo e vita politica, economica e sociale s’intrecciano e si compenetrano alla luce della fede, di una fede decisamente cristocentrica, che diventa energia per costruire quei rapporti di giustizia e di fraternità tra le persone e tra i popoli, che gli stavano tanto a cuore. Il primo capitolo è dedicato alla dimensione mistica lapiriana, vista quale espressione della sua vocazione battesimale. Quello vissuto da La Pira fu un misticismo inteso come effetto di una vita cristiana adulta, come esperienza del mistero che non allontana dalla storia, ma la giudica con un’ottica nuova capace di leggerla come storia di Dio per noi.
Nel secondo capitolo, dopo aver dimostrato che l’esperienza mistica del Professore deriva dal connubio di carità accolta e carità donata, di vangelo ascoltato e messo in pratica, di amore verso Dio e verso il prossimo, gli autori considerano la forte valenza profetica della sua testimonianza. A tale proposito, si legge nel libro: “Ciò che emerge in questo rapporto tra vita contemplativa e lettura del mondo, come luogo dove Iddio scrive l’historia salutis, è uno sguardo costante al futuro, sempre colmo di positiva certezza nella Parola di Dio che si compie, un futuro dove la speranza ha un posto preponderante, perché virtù che costruisce la storia”.
Giorgio La Pira nutrì costantemente la sua vena mistica e la pose al servizio della comunità umana. Per lui, come scrivono gli autori nel titolo del quinto capitolo, “la Prua della storia punta verso l’Oriente”. Non casualmente, egli ebbe una vera e propria passione per la Terra Santa, dove si recò ripetutamente, ravvisando in Gerusalemme la città della pace universale. Questi viaggi erano autentici pellegrinaggi, con un duplice significato: politico ed ecumenico. Egli si impegnò a fondo anche sul fronte del Mediterraneo, per scongiurare guerre e distruzioni in quel mare nostrum, da lui tanto amato nella convinzione che esso dovesse unire popoli, culture, fedi, sofferenze e speranze per far sbocciare un futuro di pace. Il saggio, assai ben documentato e arricchito da un bell’apparato fotografico, permetterà a molti di avvicinare una delle figure più significative del cattolicesimo italiano del XX secolo.