Le verità sgangherate di qualche giornalista scarsamente logico
È noto che i temporali più pericolosi sono quelli che si manifestano dentro la testa. Mentre Verona era piegata sotto i tornado di questo fine agosto, un giornalista, inviato di un importante quotidiano nazionale, pubblicava sui social questo messaggio...
È noto che i temporali più pericolosi sono quelli che si manifestano dentro la testa. Mentre Verona era piegata sotto i tornado di questo fine agosto, un giornalista, inviato di un importante quotidiano nazionale, pubblicava sui social questo messaggio: «Sono vicino a Verona e ai veronesi per il nubifragio che ha messo in ginocchio la città. I loro concittadini nazifascisti e razzisti che da anni fomentano odio contro i più deboli e augurano disgrazie a stranieri, negri, gay, ebrei, terroni, riflettano sul significato del karma».
Mi ci è voluto del tempo per verificare che non si trattasse di un falso. La sparata era talmente grossa che mi sembrava impossibile che potesse venire da una persona che, per professione, è chiamata a informare, usando il pensiero e la logica come Dio comanda. Eppure la realtà era purtroppo quella che era, in tutta la sua evidenza. E devo confessare che è stata proprio l’assenza di logica che mi ha maggiormente colpito. E vi spiego il perché. Il karma, nella filosofia induista, è quel principio secondo il quale ciò che accade è sempre l’effetto di ciò che l’uomo pone in essere. Detto altrimenti: ognuno raccoglie quello che semina. Il che è anche vero. Ma è a questo punto che, nel caso specifico, entra in ballo la logica. Considerato che praticamente l’intero territorio veronese è stato più o meno devastato dai fenomeni terribili dei giorni scorsi, stando all’illuminato pensatore, se ne dovrebbe dedurre che tutta Verona è un covo di nazi-fascisti, una sorta di Trincea del Lupo, come Hitler chiamava il suo Quartier generale. Non è il caso di perdersi dietro a ciò che non merita, quanto di cercare di sgombrare il campo da possibili equivoci. Cominciando da quello di qualche santificetur nostrano che vorrebbe vedere in questi fenomeni un castigo di Dio. A parte che se così fosse dovremmo chiedere a Dio di guardare anche altrove, è chiaro che un simile ragionamento è semplicemente una bestemmia.
Ma non è su questo fronte che ci porta il ragionamento del giornalista. Colpisce piuttosto la superficiale generalizzazione con cui valuta una città (in questo caso identificando Verona come covo di fascisti e nazisti). Verrebbe provocatoriamente da chiedergli: ma quale karma si nasconde dietro i 6.500 morti di Covid a Bergamo, sua città di provenienza? Generalizzare, non cesserò mai di ribadirlo, è la peggiore forma di razzismo, come dire che i preti sono tutti pedofili, i romeni tutti ladri, i meridionali tutti sfaticati, gli stranieri tutti balordi. Dire che Verona è città fascista e nazista non è illogico. È stupido. Anche a Verona esistono frange di fanatici. Il dato nazionale dice che sono almeno 15 le sigle di estremisti di destra. Mentre l’1,6% della popolazione, circa un milione di persone nega che sia avvenuta la Shoah. È un dato che preoccupa e deve allertare le forze sane del Paese, ma sarebbe davvero una ingenuità attribuirle a una provincia d’Italia, come Verona, ignorando quanta virulenza esprimano anche nel resto del territorio.
Eppure in certo immaginario collettivo la città scaligera viene dipinta col volto nero dell’intolleranza e dell’estremismo. Affermare una cosa del genere penso sia funzionale soltanto a chi volesse farne usi elettorali. Ricordo che nel Veronese il 12% della popolazione è costituito da stranieri, i quali si sono perfettamente inseriti sul territorio e nell’ambiente lavorativo costituendo, di fatto, un modello su scala nazionale dell’integrazione possibile. Ai luoghi comuni della stupidità non sempre c’è rimedio. È sconfortante che, ad alimentarli, ci si metta anche qualche giornalista.
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