Il Fatto di Bruno Fasani
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Bene il servizio agli anziani ma ai giovani diamo lavoro

I soldi sono lì sonanti e fumanti. Per il prossimo futuro i figli, che abbiano a carico genitori bisognosi di assistenza a casa, potranno ottenere un rimborso per la loro opera di assistenza. Era ora, viene da dire...

Parole chiave: Badanti (2), Il Fatto (439), Bruno Fasani (348), Anziani (38)

I soldi sono lì sonanti e fumanti. Per il prossimo futuro i figli, che abbiano a carico genitori bisognosi di assistenza a casa, potranno ottenere un rimborso per la loro opera di assistenza. Era ora, viene da dire. Lo Stato finalmente ha capito che aiutare le famiglie è un gran bene per la famiglia stessa, prima di tutto. La medicalizzazione della vecchiaia, anche nei casi meno pesanti, ha finito per creare un grande scollamento tra le generazioni. Della serie: i sani in casa, tutti gli altri fuori. Ora si potrebbe tornare a quella sana pedagogia, dove anche la sofferenza è fattore pedagogico all’interno delle mura domestiche. Un vecchio malato in casa, così come un portatore di handicap, è un vero parafulmine. E non solo per chi ha la fede. La loro presenza è una silenziosa educazione al senso di responsabilità verso i più deboli. Sempre e per tutti.
Un secondo aspetto positivo, detto in termini monetari, è l’enorme risparmio che lo Stato fa consegnando gli anziani alle loro famiglie. È inutile che ci giriamo intorno. Lì dove funziona il servizio pubblico, e non sempre funziona come dovrebbe, i costi lievitano in misura spropositata. La Sanità, salvo poche eccezioni, soffre di questo assalto alla greppia, di cui tutti sanno, senza che poi qualcuno sappia cosa fare per metterci rimedio. O lo voglia fare sul serio.
Un terzo aspetto non trascurabile è la prospettiva di tornare a consegnare i propri cari a persone di fiducia. Oggi, è arcinoto come la stragrande maggioranza del servizio sia affidato a badanti stranieri. Moltissimi di loro sono eccellenti, altri un po’ meno. E allora, a rimetterci, a volte è la qualità del servizio. Altre volte il patrimonio ereditario. Soprattutto se di mezzo ci sono i nonni.
Finito l’incenso, è di questi giorni la notizia che il governo ha stanziato altri 60 milioni perché il rimborso per l’assistenza sia esteso anche ai nipoti. Evviva, vorremmo dire, se non fosse che poi il tarlo frena gli entusiasmi. E non solo perché a noi la Provvidenza, avendoci fatto dono di una dose singolare di malizia, ci porta a pensare ad una mossa elettoralistica, ma soprattutto per le ricadute di questa decisione.
Diamo per buono che anche questo sia un modo per aiutare ad abbassare la disoccupazione, ma siamo proprio sicuri che questo sia un bene per i giovani? Oggi una gran parte delle menti più intraprendenti, dopo la laurea, scappa dritta all’estero. Oltre centomila, si calcola negli ultimissimi tempi. Qui restano gli altri, ragazzi che dovrebbero trovare una occupazione, non a pulire i nonni sia pure con tutto il rispetto che merita questo servizio, ma a mettere le basi ad una professionalità che consenta loro di impostare il resto della loro vita, a mettere su famiglia e a valorizzare le doti di cui sono portatori. Ai giovani va garantito il lavoro. Qualunque esso sia. Il resto è assistenzialismo buonista, che fa crescere soltanto la cultura parassitaria.

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