Editoriale
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Rompiamo il ghiaccio che raffredda l’amore

Incantatori di serpenti, ciarlatani, truffatori, falsi profeti e strumenti del demonio (che è “menzognero e padre della menzogna”), unitevi e… sparite! Perché tra pochi giorni inizierà il tempo della Quaresima e i vostri inganni che minacciano “di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo” non attecchiranno nella vita di cristiani che combattono il male e le tentazioni del mondo con le armi della preghiera, del digiuno e dell’elemosina...

Parole chiave: Editoriale (407), Alberto Margoni (64)

Incantatori di serpenti, ciarlatani, truffatori, falsi profeti e strumenti del demonio (che è “menzognero e padre della menzogna”), unitevi e… sparite! Perché tra pochi giorni inizierà il tempo della Quaresima e i vostri inganni che minacciano “di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo” non attecchiranno nella vita di cristiani che combattono il male e le tentazioni del mondo con le armi della preghiera, del digiuno e dell’elemosina.
Utopia? Forse sì, almeno finché non proviamo a vedere se i rimedi spirituali suggeriti dalla Chiesa funzionano sul serio, peraltro sempre nella convinzione che il nostro tesoro (la fede) è custodito in vasi di creta e che la tentazione sa farsi sempre più sottile e allettante sino al punto di entrare anche nella vita delle anime più candide e pure, come la vicenda di Gesù stesso e di molti santi ci ha mostrato. Il diavolo, cioè il divisore, ci ha provato, ma alla fine non è stato lui a vincere.
Ecco allora che in questi quaranta giorni possiamo rompere il trono di ghiaccio su cui siede il demonio, come ricorda papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima, ricorrendo all’infernale descrizione dantesca. Quel ghiaccio che spegne l’amore e si manifesta come avidità per il denaro, rifiuto di Dio, violenza nei confronti di “coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre ‘certezze’”, ovvero i più deboli, lo straniero, “ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese”; disprezzo del creato, come pure quei modi di fare che minano le nostre comunità: “l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana” che induce a puntare sull’apparenza.
Il ghiaccio si scioglie “dedicando più tempo alla preghiera”; praticando l’elemosina (“Come vorrei che si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita” auspica Francesco) quale occasione “per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli”; digiunando, sperimentando ciò che vivono molti che sono privi dello stretto necessario per la vita di ogni giorno e, in campo spirituale, manifestando il desiderio del bene e della vita di Dio.
Il tutto con la consapevolezza che riusciremo a rompere il ghiaccio e a ridare impulso al fuoco dell’amore solo se lasceremo spazio all’ascolto di Dio, della sua Parola. È Lui infatti che “ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare”.

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