Quando l’Italia sarà spopolata...
L’italia fra cento anni… Potrebbe sembrare una sorta di gioco, ma diverse discipline scientifiche si stanno applicando per tratteggiare il futuro del Belpaese. In fondo cent’anni passano in fretta e anche senza considerare conflitti bellici, sembra che i nostri pronipoti si troveranno a vivere in una condizione diversissima da quella attuale.
L’italia fra cento anni… Potrebbe sembrare una sorta di gioco, ma diverse discipline scientifiche si stanno applicando per tratteggiare il futuro del Belpaese. In fondo cent’anni passano in fretta e anche senza considerare conflitti bellici, sembra che i nostri pronipoti si troveranno a vivere in una condizione diversissima da quella attuale.
Anzitutto dal punto di vista numerico alcuni studi presentati al Festival della statistica di Treviso dicono che la popolazione subirà una drastica riduzione. Mentre oggi siamo quasi 60 milioni, tra un secolo saremo appena sedici milioni (meglio sarebbe dire: saranno, perché se per qualche alchimia della scienza noi dovessimo essere ancora vivi, vuol dire che praticamente non ci sarà più neanche un giovane dopo di noi).
Tutti stipati nelle grandi città sopravvissute, la nostra gloriosa provincia sarà completamente abbandonata. Questo problema del calo demografico non è stato ancora preso in considerazione dalla politica attuale. Naturalmente la decrescita demografica porterà con sé anche quella politica ed economica e non sarà affatto “felice”, perché tra le cause del crollo della natalità c’è l’impossibilità dei giovani di sostenere i costi della vita, la difficoltà di trovare posto nella società e di inserimento nel lavoro. Da qui la convinzione da parte delle nuove generazioni di non riuscire a cambiare la realtà e di non realizzare progetti per il futuro in sintonia con i propri desideri e potenzialità.
Un altro studio di un gruppo di ricercatori dell’Enea, in ambito completamente differente, dice che il territorio italiano è a rischio sommersione. Per effetto dell’innalzamento dei mari dovuto alle conseguenze del riscaldamento globale e dei movimenti tettonici, saranno coperti dall’acqua migliaia di chilometri quadrati di pianure costiere e la quasi totalità della Pianura Padana, compromettendo gran parte del nostro patrimonio paesaggistico. Addio a Venezia, dunque! Ma anche a Roma, Taranto, Oristano, Cagliari… L’unico modo per far fronte a questo fenomeno, che viene dato per certo, sarebbe quello di realizzare immani opere di contenimento, dighe e idrovore per contenere gli allagamenti, come hanno fatto nei Paesi Bassi.
Non so se prendere queste analisi come delle provocazioni per intraprendere politiche a lungo termine – cosa che abbiamo abbandonato da molto tempo – o come semplici favole per spaventare il popolino. Chi sopra-vivrà vedrà.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento