Politica in stato di confusione
La singolare vicenda della norma inserita nella legge di bilancio che prevede il raddoppio della tassazione dell’Ires a carico delle realtà del terzo settore, equiparando gli enti non profit alle società commerciali a scopo di lucro, ha sollevato un polverone tale che il premier Giuseppe Conte ha annunciato la retromarcia: «Provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale»...
La singolare vicenda della norma inserita nella legge di bilancio che prevede il raddoppio della tassazione dell’Ires a carico delle realtà del terzo settore, equiparando gli enti non profit alle società commerciali a scopo di lucro, ha sollevato un polverone tale che il premier Giuseppe Conte ha annunciato la retromarcia: «Provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale». Il suo vice Luigi Di Maio lo aveva preceduto affermando che con questa norma «si volevano punire coloro che fanno finto volontariato ed è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli». Più tardi gli ha fatto eco anche Matteo Salvini.
Non entro nel merito della questione perché è evidente a tutti che, nel tentativo di raggranellare quanti più soldi possibili per finanziare la quota 100 e il reddito di cittadinanza, l’intero sistema è stato spinto in uno stato confusionale.Tutti possono sbagliare, e questa è una regola, ma quando si sbaglia si chiede scusa e soprattutto le spiegazioni servono a poco, anzi rischiano di peggiorare la situazione. Piuttosto ci interroga seriamente la modalità in cui si è realizzato questo provvidenziale ravvedimento. Si dice che sia avvenuto in seguito all’intervento di un umile frate francescano che, con parole fraterne, avrebbe indotto l’amico Di Maio a tornare sui suoi passi.
Dunque, dove ha fallito il dibattito parlamentare (che non c’è stato), dove hanno fallito i “vescovoni” espressione dell’ingerenza della Chiesa nello Stato e, infine, dove ha fallito l’accorato grido di migliaia di associazioni che offrono gratuitamente il loro lavoro per sopperire alle carenze di uno Stato sull’orlo di una crisi di nervi e di bancarotta, avrebbe vinto un frate...
Ciò mi conferma che le vie del Signore sono veramente infinite, ma contemporaneamente mi rende estremamente preoccupato perché non riesco più a capire dove si trova il terreno della politica: dove si gioca e con chi. Nel più nobile consesso della democrazia che è il Parlamento? Non più. Nel dialogo schietto e aperto con le forze civili e morali che danno voce alla società? Nemmeno. Con gli enti intermedi che sono l’interfaccia tra la centralità dello Stato e la concretezza del territorio in una visione di corretta sussidiarietà? Purtroppo anche questi sono stati messi all’angolo e non da oggi. Vada come vada il provvedimento sull’Ires, l’esito lo sapremo nel giro di un mese. Ma chi e dove determina le scelte politiche italiane, in questo momento mi è difficile capirlo.
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