La lingua di sant’Antonio
La recente festa di sant’Antonio mi riporta alla mente una domanda riguardo il culto che viene reso dentro la basilica del santo di Padova alla reliquia della lingua incorrotta...
La recente festa di sant’Antonio mi riporta alla mente una domanda riguardo il culto che viene reso dentro la basilica del santo di Padova alla reliquia della lingua incorrotta. Da bambino quando fui accompagnato lì dai miei familiari in una sorta di pellegrinaggio-gita, questo strano oggetto mi fece impressione: non si poteva conservare qualcosa di meglio? Un frate ci spiegò il valore spirituale dell’insolita reliquia così: «Antonio fu un grande predicatore, dedicò tutta la vita per annunciare quella Parola che, come afferma Gesù stesso, non passerà mai: il Vangelo, la buona notizia. Ecco perché ha ottenuto che la sua lingua fosse conservata».
Oggi mi piace pensare che quella lingua sia arrivata fino ai nostri giorni per ricordare che anche tutti noi ne possediamo una e questa va usata per operare cose elevate e non va sprecata in piccinerie. Si dice in migliaia accorressero per ascoltare gli insegnamenti del frate francescano e affinché il messaggio arrivasse a tutti, sant’Antonio divideva le sue omelie in stralci e le pronunciava davanti ai suoi confratelli che poi si recavano a riferire il contenuto alla folla divisa in gruppi. Se solo avesse avuto un altoparlante o un megafono cosa avrebbe potuto fare questo genio della comunicazione?
Venendo a noi che invece quel “megafono” ce l’abbiamo fin troppo potente, così come anche una piazza che potenzialmente è grande quanto il mondo intero, di tutte le parole che si dicono e che si sentono, sono rare quelle che meriterebbero di non essere dimenticate immediatamente, ma invece rimangono perché “la rete” conserva tutto. Abbiamo la possibilità di dire qualunque cosa rivolgendoci all’umanità, ma poi non siamo più padroni delle nostre parole. E allora le fake news (così si chiamano oggi le bugie) o i messaggi di odio e di incitamento alla violenza assurgono alla stessa dignità e potenza di parole sante (quelle che hanno la forza di far crescere il bene comune).
Accanto al dono della lingua, il buon Dio ci ha dato il cervello e il cuore e li ha posti accanto con la lingua che sta nel mezzo come interfaccia. Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze di averli sostituiti con parti del corpo che servono ad altro: la pancia, i piedi e... è poco nobile, ma serve per sedersi.
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